
Inizia a finire la più discussa serie televisiva degli ultimi sei anni anche se, per chi scrive, questo finale è già cominciato nel gennaio del 2008 con la messa in onda della quarta stagione.
E’ l’unico modo in cui riesco a leggere positivamente quello che gli autori hanno deciso di fare con i loro personaggi dalle uova d’oro. Per le prime tre stagioni Lost ha rivoluzionato il concetto stesso di serie televisiva.
Ha basato la sua struttura sulla presenza continua del flashback quando era considerato linguaggio morto sul media televisivo.
Ha proposto allo spettatore non un personaggio o una ristretta rosa ma un fottio di caratteri tutti a loro modo protagonisti.
Ha fatto della continuity più serrata il suo vessillo.
Questo l’ha portata a diventare anche la prima serie in assoluto capace di autocannibalizzarsi, inizialmente proprio a causa del suo format. Gli spettatori, stanchi delle informazioni date col contagocce hanno smesso in massa di seguirla settimanalmente preferendogli di gran lunga il mercato dell’home video (o il download). Fatto che non ha messo proprio di buon umore gli sponsor.
Ma è nel focalizzarsi maggiormente sul binomio spiegazioni/rimandi che ha veramente iniziato a nutrirsi sempre e soltanto di se stessa.
Le prime tre stagioni raccontavano.
Le ultime tre spiegano.
Le prime tre stagioni utilizzano i personaggi per portare avanti dei discorsi sulla fede, sulle distanze, le differenze. Sul cambiamento. Sulle seconde possibilità. Sull’affrontare giornalmente il modo di andare avanti anche quando tutti quelli che abbiamo intorno possono essere qualcosa di diverso da quello che dicono. Lo straniamento dello spettatore era lo stesso dei personaggi sull’isola e ogni puntata aveva la forza di parlare tanto al fan quanto a chi la seguiva distrattamente.
Tutto questo dalla quarta stagione (sintomatico del cambiamento di format) non avviene più e quello che viene mandato in onda è un unico, gigantesco, discontinuo, episodio in cui i personaggi che abbiamo imparato ad amare trovano le loro risposte perdendosi in molte più domande.
A conti fatti quindi, Lost è una serie televisiva composta da 3 stagioni rispettivamente di 24, 23, e 22 episodi più un unico episodio finale di 2058 minuti (più di 34 ore, mica capperi!!!)
Nella season premiere andata in onda il 2 febbraio le carte sono parecchio scoperte: lo spettatore casuale (magari attirato dalla gigantesca campagna promozionale messa su dalla ABC) non capirà assolutamente nulla poichè basata, per la sua interezza, nella continuazione di eventi già mostrati nelle stagioni precedenti e infarcita di una tonnellata di chicche ad esclusivo fan service.
(Spoiler Area) Nei flash forward siamo di nuovo sull’815 dell’Oceanic – forse per l’ultima volta – anche se non c’è traccia di molti dei passeggeri visti nella prima stagione (posso capirlo passati gli anni… ma CLAIRE? Tutti quelli della coda? La mia amata Michelle Rodriguez? Mi affido alla buona volontà degli autori e mi convinco che UN MOTIVO CI SARA’ e me lo spiegheranno nelle prossime puntate). L’aereo passa sull’area dell’isola e borbotta ma… NON CADE! Resiste alla perturbazione e prosegue il suo viaggio. Un ardito movimento di camera in 3d ci rivela che l’isola è inabissata, apparentemente, da anni. Torniamo nel passato, sull’isola non ancora sommersa scopriamo che il flash bianco potrebbe non essere stato causato dallo scoppio della bomba o non bomba e che, comunque, l’unico risultato ottenuto è stato quello di sbalzare Kate su un albero, spettinare Sawyer per farcelo apparire sudato dal minuto 1 e di far sparire tutti i personaggi di difficile gestione (lo sceneggiatore che è in me ulula ma io lo zittisco facile). Intanto Jacob muore ucciso dal falso John Locke, Ben scopre che il vero Locke puzza di vermi, Jacob compare a Hugo dicendogli che è morto ma se vogliono salvare Sayid devono portarlo al tempio. Juliet viene liberata giusto quei due minuti che le servono per far incazzare Sawyer con Jack ma non compare nessun Jacob a dire come fare per poterla salvare. Intanto sull’aereo del futuro passato c’è una novità: Desmond!, ma Jack non ne beneficia più di tanto perché deve correre a salvare Charlie chiuso nel bagno con un sacchetto di eroina in bocca. L’episodio si chiude con l’atterraggio dell’aereo e i passeggeri tornati alle loro sbagliate vite di prima, imperfette quel tanto da far pensare allo spettatore “No! Sarebbe stato meglio fossero rimasti sull’isola!” ma soprattutto con la rivelazione che il falso John Locke è in realtà… dai, provateci… provateci tanto la risposta è talmente assurda che non c’arriverete mai… il padre di Jack? Nooo dai, avrebbe senso! Il padre di Locke? No, anche questo forse… Widmore? Naaaa era ovvio! Il cavallo visto da Kate? L’orso polare? Niente di tutto ciò: il falso John Locke è IL FUMO NERO! E l’unico modo per renderlo digeribile sarebbe stato, quantomeno, inserire le risate di sottofondo come in un qualsiasi episodio di Genitori in Blue Jeans (fine Spoiler Area).
A conti fatti cosa m’è piaciuto veramente di quest’episodio nello specifico?
Una manciata di dialoghi che mi ricordano perché amo tanto questi personaggi e il sottotitolo “Finalmente ci siamo!” posto sotto la scritta LOST dal team di ragazzi che da anni si sforza di rendere comprensibile al pubblico italiano questa e molte altre serie senza dover aspettare le tempistiche della messa in onda nazionale e senza subirne l’orrido doppiaggio. La passione con cui lo fanno è palpabile e anno dopo anno la qualità della loro proposta sale verso l’alto. E la verità è che io, anche senza conoscerli, a Verzaverde, MoM, The Dude, Altamiro e agli altri che dimentico, ci voglio bene e li ringrazio. E se mi mandano il loro indirizzo, a natale gli spedisco un cesto pieno di action figures!
Stellette? 5/10