Ma il centrodestra…

30 marzo 2010 da Mauro

… cosa deve fare per impedirvi di votarlo?
Scoparsi le vostre figlie?

Ah, già. L’hanno fatto.

E voi lì, a fargli la ola.

Fossi al posto loro mi sentirei incitato e proseguirei soltanto per sperimentare modi sempre più stravaganti per continuare a mettervelo nel culo.

Ma state tranquilli, al loro posto non ci so stare.

Rolling Stones.
Ti conosco ma non ti compro. Ti sfoglio ma non ti compro.
Approvo e Condivido e ti uploado anche.
Ma comunque non ti compro, perchè non parli proprio a me.

Ceci n’est pas une reclame.

P.s. Grazie Simona!

Work in progress.

27 marzo 2010 da Mauro

Due

Tavola 1

Sceneggiatura di Mauro Uzzeo
Disegni di Marco Marini

Primo di otto racconti presenti all’interno del volume Almeno un minuto insieme.
Giusto un piccolo assaggio, ci tornerò sopra nei prossimi giorni.

… di tornare a casa e scoprire che l’Appia s’è trasformata in Up-pia!

Squilla il cellulare.
Mamma.
Non rispondo, sono in riunione.

Ri-squilla. Mamma. Non rispondo di nuovo.

Ri-squilla. Interrompo la chiamata e le invio questo sms:
“Sto in una riunione rognosa, non posso risponderti, non continuare a chiamare! Se c’è qualcosa di urgente scrivimi un sms”

Risposta:

“Ho trovato Zombi 3 di Fulci, non so se ha i sottotitoli in italiano. Ce l’hai o te lo prendo?”

Disarmo totale.
Divento piccolo così.

Si… prendimelo… uh… ehm… ci vediamo a cena appena torni?

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C’er(c)a una volta in Cina.

23 marzo 2010 da Mauro

La prima volta che sono stato in Cina ho fatto lo slalom tra quali, dei miei preferiti, riuscissi ancora a visualizzare.
Comicus si. Rrobe no (fottuto sobillatore tibetano), Repubblica no, Matthardcore si (a cercarla in fondo in fondo una certa coerenza DEVE esserci).
E il visto per restare durava sei giorni e te lo facevano ad Hong Kong in 20 minuti.

Ci sono tornato a ridosso delle olimpiadi e la totalità dei miei preferiti era accessibile. La Cina, sotto gli occhi del mondo si mostrava aperta e impegnata a sollevare tonnellate di tappetini virtuali per nascondere censure e divieti, e a stipare armadi pieni fino a scoppiare di filtri e impossibile visualizzare la pagina.

E il visto durava 30 giorni così che potevi gustarti in santa pace le olimpiadi senza il rischio di venir accompagnato al confine.
Il problema era che nessuno aveva avvisato me e Veronica (e gli ospiti di Cinalandia tutti) che non ci volevano più 20 minuti per le operazioni ma 3 giorni. Restammo quindi bloccati ad Hong Kong in una delirante Lost in translation fatta di mutande e spazzolini comprati al 7eleven sotto l’unico albergo rimediato al volo nell’inquietante quartiere a luci rosse,  revisioni di sequenze dai portatili in stanza e giri notturni alla ricerca del posto migliore dove farsi fare la pelle (che sarebbe stato sul traghetto Hong Kong – Shenzen ma questa ve la racconto un’altra volta!)

Parlai con molti ragazzi restando parecchio sorpreso della loro piena coscienza della situazione.
Dall’Italia l’immagine che arriva della Cina è quella di un enorme contenitore di Raffaella Carrà dove due miliardi di fagioli rossi lavorano stipati stretti senza nulla sapere del mondo intorno perché tutto è divieto e questo è, in parte, molto vero.
Ma se dalle province del basso impero segni di protesta non ne arrivano, le metropoli brulicano.
I ragazzi parlano, scrivono e, peggio ancora: si riuniscono. L’assenza della libertà di stampa, la strage dei monaci tibetani (l’unica con la fila di sponsor fuori dalla porta), le migliaia di sentenze per la pena di morte ma anche le corruzioni e le opportunità sono argomenti che circolano sotto manifesti pirata che si diffondono nel sottosuolo, cartaceo o virtuale che sia.
I ragazzi parlano, i ragazzi sanno che NON hanno perso Google. Sanno che la legge non impedisce al motore di ricerca di svolgere il suo compito dal momento che lascia Pechino e reindirizza tutti su Hong Kong (google.com.hk) ma sanno anche che questo ancora non basta.
Perchè la Cina sta provando a tornare indietro e questo può accadere soltanto se tutti volgono lo sguardo altrove. Perché se il mondo guarda, la Cina sarà costretta nuovamente a nascondersi per mostrare, e che almeno questa patetica ipocrisia possa servire a svegliare chi è cresciuto con la convinzione che esista un’unica voce e dimostri a sempre più persone che sono solo i differenti punti di vista a fare realmente informazione.

Una lezione che anche in Italia non dovremmo dimenticare. E se questo paragone dovesse sembrare pura demagogia andate a guardarvi le statistiche sulle libertà di stampa aggiornate al 2009… tra tutti gli stati del mondo noi siamo posizionati al 73esimo posto, Hong Kong al 75esimo.
Entrambi nella non invidiabile posizione di “Patly free”, libere soltantanto in parte.
La Cina invece, al 181esimo posto, è tra quelle considerate “not free”.

Dentro di me, questo è il ricordo della Cina più nascosta:

Della Cina più esposta (Hong Kong):

e per concludere… della Cina Lost!

Coffee & Gaga

22 marzo 2010 da Mauro

Col suo ultimo video (tnx brotha marini) grazie agli occhiali di sigarette accese, i bigodini di lattine e il massacro nell’autogrill m’ha ufficialmente convinto a prendere un lungo caffè con lei.
Gaga torna sul luogo del delitto (anzi, è la diretta conseguenza del delitto del precedente video)  sempre in compagnia del fido Jonas Akerlund, ma stavolta finisce in galera giusto in tempo per rispondere alla fatidica domanda che turba i sonni di grandi e piccini.

Women in prison a braccetto con Bollywood col solito gran gusto per ognuno dei vestitini indossati dalla più balbuziente delle cantanti (sempre e comunque alla faccia di Roisin Murphy!) e stavolta con l’aggiunta di Beyonce che se da un lato aggiunge tette al video, non influisce minimamente dal punto di vista vocale.

Ah. Di sottofondo, alzando molto il volume delle casse, sentirete una canzone.
Non serve a nulla, tranquilli.

Il milione dell’amore

20 marzo 2010 da Mauro

Che comunque, fosse questa la cosa più grottesca…

Aldilà delle cifre, per la prossima volta, miglioriamo il giuramento che vedervi tutti lì intorno con il foglietto in mano (la memoria diosanto, la memoria!) a recitare:

“Di fronte a questo popolo
rappresentativo di tutti i moderati
Nel nome della libertà
Prendo il solenne impegno
a realizzare nella mia regione
in sintonia con il governo nazionale
tutti i punti del patto dell’italia
presentato oggi dal presidente silvio berlusconi.”

Ora, fossi io la Libertà, a sentirvi che parlate in nome mio vi manderei in dissenteria per i prossimi seicento mesi, ma poi cavolo… l’epica, il momento… manca tutto!
Imparate:

« Nel giorno più splendente, nella notte più profonda

nessun malvagio sfugga alla mia ronda
quindi colui che nel male si perde

si guardi dal mio potere, la luce di Lanterna Verde. »

Ecco. Questo è un giuramento come dio comanda.

Ma state tranquilli, per stavolta ve la siete cavata, che la palma del momento più splendente, c’è stata durante  l’elogio a Bossi (si, si, quello di La storia del mafioso di Arcore e altre milleeuno fiabe).
Ma solo perchè il pupazzo padano s’è presentato come il cosplayer di uno dei personaggi più belli dei Goonies.

Per godervelo cliccate qui, lo trovate nella colonnina di lato (gustatevi anche il giuramento che son cose belle!)

Non so esattamente in che posizione si trovi “La sete” nelle statistiche istat sulle più frequenti cause di mortalità, ma credo che per quanto riguardi l’Italia sia una categoria che non se l’è mai passata benissimo.

Penso non sia mai arrivata neanche tra le prime mille.

Fino ad oggi.

Aiutate anche voi La Sete a salire di posizione!
Grazie al vostro aiuto può farcela!

P.S.
Il disegnello in alto rappresenta l’opinione dei due bellimbusti che corrispondono al nome di Sottoscritto e Federico Rossi Edrighi. Del primo sapete abbastanza o potrete leggerne anche troppo in queste pagine, il secondo invece ha appena deciso di fare outing e lo trovate nel suo giardino incantato. E’ un piccolo genio pazzo.
Il più geniale dei piccoli geni pazzi.
Seguitelo assaie.

Uscito vivo dagli anni ’80.

11 marzo 2010 da Mauro

Non ho mai rimpianto il passato.

Ieri è sempre stato meno interessante di oggi e più stupido di domani.
Se chiudo gli occhi alla ricerca di un momento veramente felice faccio fatica ad allontanarmi da questo.
Non mi commuovo pensando alle foto sbiadite e della mia infanzia e non ho neanche la giustificazione di un adulto troppo vicino al mio culo. E’ stata un’infanzia dura e serena. Giusta come le infanzie di campagna, montagna e paese.
Non mi commuovo pensando alle scuole.
Anacronistiche, scomode, fastidiose, lunghe, estenuanti.
Non mi commuovo pensando ai vecchi amici.
Li ho tuttora intorno a me e per molti di loro, tra colleghi, fratelli, soci, compagni, ho finito le definizioni.
Non mi commuovo pensando ai vecchi amori.
Li custodisco tutti nel mio costato da eta-beta e mi consigliano ogni giorno su cosa smussare, colorare, donare, concedere, prendere, dare e stare.

Mi emoziona tutto quello che accade ora e qui.

E ora.
E qui.

Per questo non trovo una spiegazione per la foga irrazionale con cui tento di riconquistare pezzi legati al me e mio padre di tanti anni fa.

Tutto ciò che non controllo appartiene a quello che mi univa a lui in un’epoca compresa tra i miei 8 e 15 anni. E non lo controllo perché non sembra esserci materiale per goduriose dietrologie: un padre presente, più nei pregi che negli sbagli. Un padre tanto diverso dal me piccolo, quanto più simile ogni anno che passa.
Un padre con cui ho sempre più cose in comune.
Un padre cui regalai questo album di De Gregori nella versione in musicassetta e che oggi ritrovo su cd nella sezione offerte speciali della Fnac a 6 euro e 90.
Lo compro. Lo ascolto. E sono in macchina con lui, seduto dietro, mentre andiamo a Barrea. Mamma e Arianna che dormono, io che faccio finta e lui che ascolta e canta tra se e se soltanto  alcune strofe. Poi guarda fuori e oltre, continuando a guidare.
Chi era in quel momento? Si sentiva solo. Oppure sereno.

Forse cerco il padre che mi mancava, perché quello degli anni successivi sono sufficientemente certo di averlo trovato.
O forse sto solo cercando un modo per tornare a guardarlo in quei momenti perché li sento vicini e cerco di capire come affrontarli dato che non trovo niente, all’interno del costato da eta-beta, che sappia darmi la soluzione.

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