
Io ho un pessimo rapporto con la mia memoria.
Talmente brutto che a volte accadono eventi che mi ricordano di aver già vissuto situazioni, di aver detto alcune frasi, di aver già incontrato alcune persone.
Poi non so dire bene che situazioni, che frasi e che persone però ricordo di averci avuto a che fare.
Vedere Green Zone mi ha ricordato che qualcuno deve avermi intervistato su tutte quelle cose che mi fanno particolarmente cacare nei film che interrompo a metà visione e con queste preziose informazioni ne hanno fatto un piccolo tesoro di un paio d’ore che è uscito ieri nei cinema italiani.
Le aspettative erano medioalte perchè Greengrass (che m’era piaciuto abbastanza in Bloody Sunday, tantissimo nei suoi Bourne, pochino in United 93) è uno che ha delle cose da dire, finalmente alle prese con una materia particolarmente importante da divulgare: la rivelazione che la presenza di armi di distruzioni di massa in Iraq fosse solo una gigantesca montatura del governo americano.
Maddai, direte voi, ancora così stiamo? C’è ancora qualcuno che non lo sa e a cui, soprattutto, devono dirglielo i blockbuster americani?
E’ quello che ho pensato anch’io leggendone la sinossi e confidando nel fatto che, come canta Jo Squillo, oltre alle gambe ci fosse qualcosa in più.
E invece è proprio solo questo:
L’ufficiale Roy Miller, stanco di saltare di segnalazione in segnalazione senza trovare niente si fa venire qualche dubbio e alla fine (SPOILER TIME, proseguite pure ma a vostro rischio e pericolo), grazie all’aiuto dell’iracheno Freddy scopre la verità: le armi non ci sono. Divulga l’informazione, ralenty su lui che va via, anzi che viene contro di noi e poi va via.
Mi accorgo che scrivendo soltanto questo non vi rendo partecipi dell’esperienza cinematografica.
Ci riprovo:
AAAAHHHH!!! SBRANG!!! SBRENG! PATAPATAPUM!!!L’ufficiale Roy Miller, AHAHAH! NOOOOOOO!!! SPAM! SMBREEEEEEEEEENG! RATTATTTATTTAAATTTAAATTATATATATA!!! stanco di saltare di segnalazione in segnalazione BANG!BANG! BOOOOOOOOOOOUM! senza trovare niente FERMI!!!! AHHHHHHHHH!!!! WOOOOOOSH! NeeeeeaaaaAAAAAAAAAAHHHHH! GRRRRR!!! MUORI!!!! SBRANG!!! si fa venire qualche dubbio ECCOLO!!! SBOOOOOUMMM!!! BUDDA!BUDDA!BUDDA!BUDDA!!! BANG! BANG! ARITTTATTATTTATTTATTTA!!! e alla fine, grazie all’aiuto dell’iracheno Freddy TI HO TROVATO! AHHHHHH! STUNF! STUNF! BANG! KA-BOOOOUUUUMMMM!!!! scopre la verità: le armi non ci sono. BANG! COSA HAI FATTO?! Divulga l’informazione, ralenty su lui che va via, anzi che viene contro di noi e poi va via.
Il tutto condito da una saltellante regia indecisa tra le mille direzioni da prendere, una serie di personaggi che urlano in continuazione contagiandosi a vicenda al punto tale che se nel cinema ti trovi a chiedere alla maschera dove si trova il bagno ti senti rispondere: IN FONDO A DESTRA, SIGNORE! Un sound design di almeno cinque tacche sopra il livello di guardia (credo che a causa delle esplosioni abbiano dirottato tutto il traffico aereo dai pressi della tuscolana in una zona più tranquilla chè la gente a bordo non riusciva a dormire) uno script che fa sembrare tutte e otto le stagioni di 24 “tratte da una storia vera” per poi rivelarci, con enfasi epica, che Roy Miller ha scoperto tutta la verità sulle armi di distruzione di massa.
Bella per Roy Miller ma siamo fuori tempo massimo e non nei modi giusti.
Perchè questo tipo di verità è stata già gridata da molti e in tempi ancora più importanti con risultati decisamente più incisivi nell’opinione puibblica (e si, mi duole ammetterlo, ma anche un filmaccio come farenheit 911 ha veicolato il messaggio in maniera molto più diretta – mi direte che c’entra, quello è un documentario, questo è un action! Ok allora mettiamola così: Gomorra m’ha fatto uscire dalla sala dopo avermi portato in quel mondo, Green Zone scivola via come un apostrofo rosa tra le parole m’annoio)
E il risultato più stridente è che ti accorgi che il film diventa interessante appena scatta la dissolvenza in nero che annuncia i titoli di coda.
Perchè quello che sarebbe utile sapere è: “e ora?”
Fatemi capire cosa succede ora.
Perchè che quelle armi lì non ci fossero si sapeva da prima che il primo soldato fosse inviato nel suolo iracheno. Greengrass raccontami perchè, nonostante le peripezie di Roy Miller a tutt’oggi non c’è una piena coscienza del fatto che gli stati uniti (e noi alleati) abbiamo invaso un territorio sterminando migliaia di vite utilizzando come alibi una barzelletta.
E raccontare la storiella del soldato che capisce che tutti i suoi compatrioti americani sono cattivi (ma caTivi caTivi) e che alla fine si fa divulgatore della verità nella sua terra me la bevo se me la fai durare quei cinque minuti in più in cui mi racconti che Roy non ha vinto. E che stiamo ancora invadendo quelle terre nascondendoci dietro altre bugie.
Quindi in sostanza, come action impegnato direi poco impegno, regia e confusa, script indeciso tra il si e il no, il solito Matt Demon.
Ah. Grazie alla locandina italiana sembra ci sia anche il solito Bourne. Ma non è vero.
A Rrobe in compenso, è piaciuto davvero molto (la litigata che ci siamo fatti fuori dal cinema era uno spettacolo nello spettacolo).
Stellette? 3 su 10