Dignità autonome di prostituzione è lo spettacolo messo in scena da Luciano Melchionna partendo dall’assunto che l’attore, nella nostra amata penisola, viene trattato alla stregua di una puttana: un tanto al chilo.
Se per ogni attore (ma il discorso è chiaramente estendibile al regista, al fumettista, all’illustratore, al cantante, allo scrittore ecc ecc) che capitalizza il suo guadagno svendendosi a un mercato che fa dell’autoumiliazione la sua unica ragion d’essere, ve ne sono centinaia che non arrivano neanche a permettersi il lusso di sceglierla una condizione, che possibilità concreta rimane?
Quale reale prospettiva?
L’unica è accettare il proprio status utilizzandone le regole.
Prendere i colori della maglia che si è costretti a indossare e segnare più punti possibili.

E quindi s’aprano i cancelli del bordello!
Che il pubblico entri e si trovi davanti alle 30 puttane che stasera lo intratterranno con il loro stesso corpo, scalfito da piccoli e grandi palcoscenici, con le loro voci, rese roche dalle urla e dal canto, con i loro occhi, solcati di lacrime di piacere e malessere, con i loro gesti, mai uguali perché ogni cliente è unico e mai così diverse perché è per quelle movenze che studiano e lavorano da una vita.

Nella meravigliosa scenografia del Casale della Cervelletta, subito fuori Roma, la notte diventa un luogo dello spazio, ignaro del tempo.

Comprando il biglietto ricevi 4 dollari con i quali potrai pagare le performance delle puttane che più riusciranno ad attirare la tua attenzione e contratterai con i loro protettori il prezzo che ritieni adatto.
La francese, la pazza, il transessuale, l’inquisitore, la soubrette, l’onanista, il meccanico, il criminale balcanico, per ognuno di loro c’è uno spazio che li descrive e poco importa che siano le cantine del casale, o la macchina nel parcheggio, dove la puttana che non è stata ritenuta adatta a lavorare nel casale racconta la sua storia alle tre persone che riescono ad accomodarsi sui sedili.

Ognuno dei clienti/spettatori si fa il suo spettacolo determinando su chi investire i propri soldi che, una volta terminati, possono essere nuovamente acquistati in biglietteria.
Ed è così che per la curiosità di conoscere tutti i colori di queste validissime caratterizzazioni si è portati a tornare, e a spendere per vedere e continuare ad avere.

Dall’apertura dei cancelli del casale intorno alle 21.30 fino all’1.00, i 30 attori non escono mai dai personaggi e, al di fuori della loro esibizione, continuano ad arricchire i contorni della creatura che interpretano improvvisando per tutta la serata con gli avventori.
Ed è facile venire adescati anche mentre ci si rilassa in serenità sulle panche dell’area ristoro tra un panino e una porzione di fragole fresche con la ricotta fatta in casa.

Lo spettacolo, arrivato ormai alla 102esima replica, chiude la stagione andando in scena stasera e domani per l’ultima volta.
Se abitate in zona, io un saltino lo farei.

Questa la location:

Questi gli attori

Questa la presentazione dello spettacolo in un’intervista all’autore Luciano Melchionna:

E questo il mercato della carne, il momento in cui vengono presentati i personaggi:

Stellette? 8 su 10

Il protagonista di Donnie Darko e il regista di Donnie Brasco uniscono i loro sforzi per dimostrare che A) dopo 28 giorni, 6 ore, 42 minuti e 12 secondi il primo è ancora vivo, B) che dopo il peggior film della nauseante saga cinematografica di Harry Potter si può COMUNQUE peggiorare.

Mentre sono in fila per entrare in sala mi si avvicina un saltellante principe seminudo che indicandosi il pacco mi dice: “Prendilo!”
Io resto un po’ F4 e sento un suono di colonna sonora tipo “Zshuiiiiiin” ma guardo. Comunque guardo.
C’è un coltello che sborda dalla patta.
Lui fa cenno di muovermi, deve saltare sul muro di fronte.
Io che non so leggere né tantomeno scrivere, prendo.
Poi entro in sala già assonnato ma adesso con un bel film action/cazzone chissà come mi riprendo subito.

Deserto.
Deserto assolato.

Scritte.

L’incipit di un film simbolo della nouvelle vague polacca di inizio anni ’70.

Poi c’è un bambino che tira una mela in testa ad un soldato cattivo che minaccia l’altro bambino amico suo.
Il re che lo premia.
Lui che cresce saltando e gli viene quella faccia improbabile.
Quei movimenti improbabili.
Quel gigioneggìo improbabile che ha fatto sperare per venti minuti a Bruckheimer di avere per le mani un nuovo Jack Sparrow prima di comprendere di aver scelto quello della famiglia Gyllenhall con le espressioni facciali sbagliate.
La sorella, come potete vedere, sarebbe stata molto meglio.

Sono al 25esimo sbadiglio e la mia percezione del film è scandita da ere geologiche quando entra in scena il personaggio femminile che per una volta non aderisce ai soliti stereotipi sui personaggi femminili da film action/cazzone perchè invece di essere una fanciulla che occupa un ruolo di potere e che ha bisogno dell’aiuto del primo stronzo per evitare di cadere in mille tranelli e insidie, per esserne salvata alla fine, poco prima del bacio, è una fanciulla che occupa un ruolo di potere e che ha bisogno dell’aiuto del primo stronzo per evitare di cadere in mille tranelli e insidie e per esserne salvata alla fine, poco prima del bacio ma in compenso rompe i coglioni per tutta la durata della pellicola.

Poi arriva il coltello.

Uguale uguale a quello che m’hanno dato all’ingresso.
Bellicapelli preme il tastino rosso sul manico e il titolo del film acquista improvvisamente senso: grazie alle sabbie contenute all’interno del manico, chi lo preme può tornare indietro nel tempo per tutta la durata della spremitura.
Io guardo il coltello.
Penso a quanti minuti del film sono passati e pigio sul manico per tornare all’inizio, che di questi tempi 40 minuti di sonno sono più preziosi delle sabbie di qualsiasi deserto. E dormo.

Mi sveglio e vedo una corsa di struzzi. E un tizio che mi chiede se ho mai sentito parlare degli ‘mbaka.
Pigio il pulsante rosso.
Che di questi tempi altri 6 minuti di sonno sono più preziosi delle sabbie di qualsiasi clessidra.

Apro gli occhi e scopro che siamo finiti nel temutissimo momento che, da contratto, va inserito in ogni blockbuster politicamente corretto post 11 settembre: la metafora del conflitto U.s.a./ Iraq.

I caTivicaTivi del film hanno attaccato il tranquillo paesello con l’infondata accusa di nascondere ingenti armi di distruzione di massa.
Armi nascoste dagli stessi caTivicaTivi, in realtà interessati a ciò che produce il sottosuolo del paesello.

Io, che scatenerei una fatwa già per il solo fatto di venire metaforizzato in una inquietante mole di filmdimmmerda, pigio il pulsante.
Che di questi tempi altri 5 minuti di… NO! Mi svegliano le esplosioni!

Tutto il sottosuolo del paese crolla per far vedere come salta Donnie-con-treccine.
Và come salta, và!
Tra uno zompo e uno zombie lancia lame, ecco apparire (spoiiiiiileeeeeeeeeeeer!), gigantesca e fluorescente, la cervice uterina donata dagli dei che non deve finire nelle mani sbagliate.
La cervice viene accoltellata, scoppia il finimondo e tra sparare di ufi e m’par de sore negre vestite pure bene, il film torna al minuto 20.
Quando ancora il papocchio non era stato fatto, la principessa non era morta, neanche il re e Mauro ancora non sapeva cosa stava per vedere.
Vado per premere il pulsantino rosso sul manico del coltello ma… la sabbia è finita!

L’happy ending che sono costretto a guardare è però una chicca.
Ci si aspetterebbe che “bene” fosse che i caTivicaTivi abbandonino il desiderio di soggiogare il paesello e se ne tornino nelle loro ricche case. No!
I caTivicaTivi all’interno del clan dei più-forti-ma-con-un-cuore, vengono fatti fuori e il paesello non viene soggiogato ma ANNESSO con un matrimonio affinchè la cervice uterina venga doppiamente fottuta (anche fuor di metafora).

Si, lo stavo pensando anch’io, applicato al mondo reale sarebbe stata più o meno una cosa così:

Ma avrebbe comunque portato la pace nel mondo.

Quindi diciamo che il film si distingue per l’assenza di un solo motivo per andarlo a guardare e/o raccontare, e/o recensire.
Cosa che ho fatto solo per poter pubblicare questo video qui sotto, in onore del vero e unico Prince of Persia:

Stellette? zzzzzzzzz

La verità si alza, passa davanti ai giurati e ci tiene semplicemente a sottolineare che tutto quello che dirà è una ricostruzione desunta da notizie e interviste autentiche, e mai smentite.

[ ovviamente – Spoiler come se piovesse ]

Abrams e Lindelof avevano originariamente concepito Lost come una miniserie di 12 episodi. Non ci sarebbero dovuti essere né Others, né gemelli immortali. Solo un gruppo di naufraghi su un’isola che (un po’ come Solaris) materializzava i loro incubi.

Quando Lost fu riconfermato per altri 12 episodi, e poi per una 2° stagione, sorpresi L e A chiamarono come rinforzo Cuse, che aveva lavorato con Lindelof in Nash Bridges.
Mentre Lindelof inventava la Dharma, Cuse decise che i losties avrebbero dovuto affrontare anche un Antagonista più concreto del ”Mostro”, e più figo di Mr. Friendly. Avendo visto Emerson nel ruolo di William Hinks (un diabolico serial killer maestro di inganni e manipolazione) Cuse decise di provare a inserirlo nel cast attraverso un piccolo ruolo di copertura, ”Henry Gale”: se fosse piaciuto al pubblico, sarebbe stato rivelato come leader degli Others, altrimenti sarebbe morto da Redshirt.
Il pubblico fu entusiasta di Emerson, e così nacque Ben.

Alla fine della 2° stagione Abrams ricevette una grossa offerta dalla Paramount, e lasciò Lost. Rimasti i soli showrunners, per la 3° stagione L e C decisero di ridisegnare gli Others sul modello del nuovo leader, li tolsero quindi dalla jungla e dagli stracci, li ripulirono, e li piazzarono a Dharmaville, e all’Hydra, un set ispirato proprio al film Saw interpretato da Emerson. Sempre sul modello di Saw, fu introdotto un fantomatico burattinaio senza volto, chiamato Jacob in sarcastico omaggio a J Jacob Abrams, il creatore che aveva abbandonato a se stesse le sue creature.
Il fulcro della narrazione fra i losties sarebbe dovuto essere la disputa fra Locke ed Eko per la conquista del ruolo di leader spirituale dell’isola. Ma AAA lasciò la parte, Eko dovette così essere ucciso, il piano saltò, e la serie cominciò ad andare alla deriva.
La ABC convocò L e C, e gli annunciò l’intenzione di cancellare la serie. Dopo una lunga trattativa, L e C ottennero circa altri 48 episodi, da suddividere in due stagioni regolari, o tre brevi, e scelsero le 3 brevi.
Il finale della terza stagione introduceva così quello che sarebbe dovuto essere il capitolo finale della serie: il difficile e traumatico ritorno dei losties a casa, e la soluzione di qualcuno dei misteri dell’isola strada facendo.

Il piano per la 4°stagione però saltò in aria per via dello sciopero degli sceneggiatori.
L e C si resero conto che l’unica possibilità rimastagli era quella di rilanciare, cioè aumentare la posta, e rimandare tutto alla stagione successiva. Così Cuse passò i picchetti, inventò le Regole (un altro omaggio a Saw) e ripescò il personaggio di Widmore dai flashback di Desmond, per farne un nuovo misterioso antagonista sia dei losties, che di Ben, promosso da villain ad antieroe a causa della sua popolarità. Smokey allora restava soltanto un sistema di sicurezza, che poteva essere attivato da un ripostiglio.

Ormai a corto di trovate originali, L e C decisero di fare della 5° stagione una versione pantografata dell’episodio che aveva riscosso maggiore successo della 4°: The Constant. Tutti i personaggi sull’isola si sarebbero messi a saltare su è giù per il tempo, più o meno come Desmond, mentre quelli a casa finivano rispediti sull’isola dalla misteriosa Eloise, più o meno com’era successo a Desmond in FBYE.
Il tutto mentre il vero Desmond – H I Cusick – veniva allontanato dal set fino alla conclusione della sua causa per molestie sessuali.
La svolta sci-fi fu però considerata dal pubblico troppo sci-fi, troppo inverosimile e incasinata, inoltre la sfigata Dharma vista nella S5 risultava molto deludente, e incongruente con quella degli affascinanti vecchi filmati di Orientamento, e i plotholes si moltiplicavano come virus.
Gli ascolti precipitarono.
L e C dovettero così ancora una volta invertire la rotta, e uccisero la svolta sci-fi, insieme a Faraday che la incarnava.

Ormai bruciata la possibilità di spiegare le centinaia di misteri accumulati, compreso il replicante di Locke, attraverso la sci-fi, per la 6° stagione a L e C non restava che il fantasy. Memori delle accuse ricevute, decisero stavolta per una storia semplicissima: il Buono Un Po’ Tonto, contro il Cattivo Con Un Po’ Di Ragione.
Pescarono dalla mitologia i due elementi più adatti, Jacob, e Smokey, e li infilarono nei ruoli.
A tutti gli altri personaggi non restava semplicemente che schierarsi di qua o di là, (o prima di qua, e poi di là) a tutte le domande non restava semplicemente che rispondere è Magia.
Il premio finale per i losties sarebbe stato stavolta una nuova vita in un piccolo mondo da sit-com, dove tutti sono ben vestiti, e si vogliono tanto bene, compresi Locke e l’uomo che l’aveva strangolato, cioè Ben, redento dalla perdita del potere, e premiato da una figliastra rediviva.

Le critiche alla svolta fantasy furono ancora più feroci delle precedenti.
Ma ormai per un’altra inversine di rotta non c’era più tempo…

Ci sono stati anche moltissimi altri ”aggiustamenti” accertati.
Alcuni esempi:

Ana Lucia avrebbe dovuto sfidare Jack per la leadership dei losties, invece lei e Libby furono eliminate a causa dell’arresto di Michelle Rodriguez e Cynthia Watros per guida in stato di ubriachezza.

Walt sparì perché cresceva troppo in fretta.

Nikki e Paulo furono eliminati perché il pubblico li odiava, stesso motivo della morte repentina di Caesar, Bram, Dogen, Lennon, e Zoe.
Sugli Ajiras era prevista una multicentrica sul modello di ”Confirmed dead”, e Zoe avrebbe dovuto avere un ruolo chiave nel finale.

Danielle è invece stata vittima della decisione di Mira Furlan di lasciare Lost, così come Abbadon, che sarebbe dovuto essere la controparte ”dark”di Richard, è stato eliminato perché Lance Reddick ha scelto Fringe, e Juliet perché Elizabeth Mitchell è diventata la protagonista del remake di Visitors.

Il ruolo di Widmore è stato molto ridimensionato perché Alan Dale ha preferito continuare a fare teatro in Inghilterra, dichiarando di non seguire Lost neanche in TV.

The Sickness sarebbe dovuto essere un virus stile 28 Giorni Dopo, creato dalla Dharma per decimare l’umanità, alterando così l’equazione di Valenzetti. Questa spiegazione dei Numeri però apparteneva ad Abrams, e se n’è andata insieme a lui.

Charlotte ed Ethan hanno l’età sbagliata per i loro personaggi, perché l’idea di farli nascere nell’era Dharma fu concepita solo nella 5° stagione.
La moglie di Horace nella 3° e 4° stagione si chiamava Olivia. Amy gli fu assegnata solo nella 5°.

Ilana sarebbe dovuta essere la figlia biologica di Jacob ed Eloise.

The End – La vera storia

La ALT sarebbe dovuta essere un’autentica dimensione parallela, e diventare nell’epilogo l’unica realtà. Molte cose lo suggeriscono, perché in aperta contraddizione con la faccenda del ”Limbo” post-mortem:
1 – Il figlio di Jack: chi sarebbe? Cosa ci farebbe in mezzo ai defunti un essere misterioso che non è mai esistito?..
2 – Kearny e Mikail: cosa ci sarebbero andati a fare nel piccolo paradiso privato dei Losties? Farsi riammazzare da morti per diventare bis-morti?
3 – Charlotte che fa chupa chupa con Sawyer: ma non era lì per Daniel?
4 – Il piano di Sawyer per ammazzare Cooper, che poi è un vegetale: cosa c’entrerebbe tutto questo col Limbo delle coppie felici? Sembra piuttosto una trama poliziesca abbandonata a metà, a causa dell’insuccesso di ”Recon”
5 – Arzt collega di Ben: sull’isola non si sono mai incontrati, perché dovrebbero farlo da morti?
6 – Il preside di Ben: un totale sconosciuto col quale Ben non ha niente da ”risolvere”. Perché non Horace, invece?…
7 – Il fatto che sia una scarica elettromagnetica a trasportare la mente di Desmond nella ALT. Des viaggia nel tempo, non nell’aldilà.
8 – L’isola sommersa con il villaggio Dharma anni ’70.

Vari spoilers usciti a metà stagione parlavano di ALTDesmond a bordo di un sottomarino con ALTFaraday e ALTMinkowsky diretti all’isola per farla ”riemergere”.
Desmond e Jack avrebbero dovuto affondare l’isola nella OR per distruggere Smokey, creando la ALT, dove ALTDesmond l’avrebbe poi ”recuperata”. Questo finale però avrebbe causato la cancellazione della OR, ipotesi che è stata immediatamente rigettata con rabbia dal fandom. “Sarebbe come dire che 6 anni di serie non sono serviti a niente” era il commento più frequente sui forum, insieme a ”la ALT è pallosa”.

Gli autori hanno così pensato di recuperare qualcosa della OR attraverso i flashbacks di memoria, ma ai fans non è bastato. Che fare? la serie era già stata girata e mandata in onda così, ormai restava solo il tempo di correggere al volo il finale. Sostituire la scena del sottomarino con una (stupidissima) di Jack che personalmente rimette-a-posto-la-candela (cit.) ovvero il pisellone di polistirolo, nella OR, e trasformare la chiesa pronta per il matrimonio di Locke nella sala d’aspetto (non fumatori) di Dio.

Esistono spoiler sulla povera Helen in abito da sposa, in una scena che non vedremo mai.
Al suo posto abbiamo invece visto lo spiegone di Christian davanti alla vetrata multireligiosa sulla quale mancava solo il Flying Spaghetti Monster.
E tutti morirono felici e contenti.”

(prima di finire su questo sito, Verità ha fatto un viaggio lungo, fino ad imbattersi nei mozzi zozzi Giovanni Masi e Fabrizio Spinelli, che l’hanno presentata al sottoscritto!)

Dennis Hopper.
Morto a Venezia come chi sa anche dove morire.

Oggi.

Libero e i NUOVI dvd su mussolini.

27 maggio 2010 da Mauro

Belpietro, direttore del quotidiano fondato 10 anni fa dal valente Feltri, si scusa con i lettori rispondendo alle durissime critiche rivolte alla collana dedicata al duce.

Ci è stato fatto notare che era lacunosa e incompleta” ribatte il direttore “ma la verità è che c’eravamo semplicemente scordati di pubblicizzare gli argomenti presenti negli ultimi 3 dvd!

Questa, quindi, la nuova pubblicità realizzata:

Non perdetela… e buona visione!

“Il fatto che la stupidità sia universale”.

Ma anche, aggiungerei, quel taglio classico che non passa mai di moda.

Chissà se la figura di Homer Simpson sia stata studiata a tavolino proprio per risultare così facilmente declinabile all’interno di quella meravigliosa macchina che è il corpo umano.

Mentre ce lo chiediamo, è con un misto di emozione e batticuore che vi invito finalmente a dare il benvenuto all’arrivo della patata nel mio sito!

L’unione tra patata e simpson potrebbe benissimo accontentare il fabbisogno giornaliero del maschio caucasico tra i 10 e i 1000 anni.
Il resto è ciò che segna la differenza tra necessario e superfluo.

Qui, trovate tutta la sessione di body painting, buona visione.

A me ha convinto.

26 maggio 2010 da Mauro

Se la inseriscono nel dvd come scena aggiunta alla fine, tutto acquista improvvisamente senso.

… se m’assicurate che mi reincarno in Gufo Transformer!

God bless la tv giapponese e le bestie assurde.

(Grazie Franko, ti aNo)

[ liberamente tratto da ]

Catilinarie _ Cicerone _ 8 novembre 63 a.c.

Fino a che punto, Damon Lindelof e Carlton Cuse, approfitterete della nostra pazienza?
Per quanto tempo le vostre risposte si sono fatte beffe di noi?
Oltre quali limiti avete spinto la sospensione dell’incredulità per portare la gente a volervi elargire gran calcioni sui coglioni?
Non vi hanno turbato i cali di ascolti, le parodie, le tartarughe magiche, il calore e l’innocenza di chi semplicemente voleva che non trasformaste in macchiette i personaggi che avete contribuito a creare?
Non vedete che tutti sono a conoscenza della vostra congiura, che v’aspettano sotto casa per gettarvi in una pozza di luce bianca con un tappo di sughero al centro?
O vi illudete che qualcuno di noi oggi ignori che Jacob non può venirci a dire: “vi ho chiamati qui perchè ho fatto una stronzata, ho creato un mostro che potrebbe uccidermi e quindi mi serve un sostituto, uno di voi. Che siete come me, infelici, con un problema e soli.” dopo averci mostrato in diversi momenti come invece li seguisse fin da bambini, come fossero predestinati?

Ma questi sono i tempi in cui è scritto tutto così male che bastano due primi piani e la gente se magna tutto! Questo il malcostume!
Il Network conosce l’affare, il produttore lo vede, regista e sceneggiatore anche ma lo mandano lo stesso in onda. In onda? Addirittura vi presentate in pompa magna, rassicurando prima lo spettatore e poi convincendolo che mica pò pretendere le risposte nè comprare la verdura!

E noi, uomini di coraggio e fede, drogati da tre meravigliose stagioni continuiamo a nutrirci da voi stessi pusher che ci elargite episodi gratis sulle groppe dei muli!

A morte, Lindelof e Cuse, già per il mezzuccio dei viaggi nel tempo avremmo dovuto condannarvi, ma credevamo che l’avreste biecamente usato per raccontarci la Dharma e i suoi esperimenti.
Per motivare le diverse stazioni, la posta pneumatica, i simboli allo scadere dei 108, i video “motivazionali”, le ragioni di Widmore, il sapere di Eloise, non per cambiare nome a Sawyer e farci vedere la sua love story con la donna di Jack (perchè la passione vera c’era tra Kate e Sawyer e Jack e Juliet – ma lo sapreste anche voi se aveste visto la terza stagione!).

Condannarvi  per ordine del Dio degli Sceneggiatori e ritorcervi contro la rovina che da tempo preparate contro noi tutti!

Ma come? Un uomo della massima autorità come David Lynch, il pontefice massimo, viene fatto uccidere per i dubbi sulla morte di Laura Palmer che minacciavano solo in parte la stabilità della seconda stagione di Twin Peaks e noi spettatori dovremo continuare a sopportare Lindelof e Cuse, smaniosi, nei loro sorrisi sornioni di chi ritiene di aver svolto un lavoro degno, di distruggere, di mettere a ferro e a fuoco il mondo intero che c’hanno mostrato fino al primo flashforward?
Non voglio ricordare il passato, vi abboniamo disdicevoli aperture e chiusure come quelle di Nikki e Paulo, della chiesa di Eko, dell’introduzione di kabir bedi e franz di cioccio con il loro tempio dell’amore e delle pillole da dare a Sayid che forse è cattivo, forse no, forse muore.
Su questo facciamo finta di niente perché quello per cui morirete è che ci fu un tempo in cui Lost non si preoccupava di spiegare quanto di raccontare e mostrare le vite di una serie di personaggi vivi, credibili, che voi avete ucciso.

Abbiamo un decreto senatoriale contro di voi: è di estrema durezza.

Perchè non potete tradire l’accordo con chi vi segue semplicemente perchè non vi va di ricordarvi quello che voi stessi avete scritto.
Perchè l’appagamento non arriva dalle risposte ma da quanto credibili siano i contesti che le generano.
Perchè è l’abc della sceneggiatura far porre delle domande ai personaggi quando devono accettare quello che gli si para davanti.
E’ ridicolo che abbiate la convinzione di aver chiuso le trame che avete aperto perchè sono proprio quelle strutturali a mancare.
Perchè inserire la quarantena e non portarla avanti?
Perchè i rapimenti dei bambini?
Perchè le guarigioni improvvise?
Perchè la Dharma?
Perchè la guerra Linus/Widmore?
Perchè a casa di Desmond che dipinge ci sono le pedine del Backgammon?
Perchè il backgammon sta su una spiaggia?
Perchè arriva una donna e perchè ce n’è già un’altra?
Perchè due coreani che muoiono parlano in inglese?
Perchè per tornare sull’isola, quei sei sono gli unici stronzi che devono farsi un culo così e ricreare le medesime circostanze della prima volta?
Perchè nell’aldilà lavori?
Perchè nell’aldilà finisci sempre in manette su un aereo che però non cade sull’isola ma se uno che sa che sei morta ti prende a pizze, ti ricordi che sei morta e puoi morire di nuovo?
Perchè Juliet non ricorda nulla scopando (da morta) con Jack ma ricorda tutto (da morta) guardando Sawyer?
Perchè Saiyd tiene più a Shannon che a Nadia?
Perchè nella chiesa c’è Boon e non c’è nè Walt nè Michael?
Perchè avete ammazzato Locke che era l’unico personaggio in grado di dare delle risposte senza sembrare un deus ex machina?
Perchè vi siete incartati con le vostre stesse mani continuando ad inserire elementi completamente fuori contesto che necessitavano di ulteriori spiegazioni quando ancora non sappiamo un cazzo sull’aeroplanino di Kate solo per continuare a sorprendere, sorprendere, sorprendere e tirare avanti, avanti, e avanti?

Se, Lindelof e Cuse, subito ordinassi il vostro arresto e la vostra condanna a morte, probabilmente dovrei temere di essere criticato da tutti gli onesti per i miei indugi, non per la mia inflessibilità.
Se, però, non mi decido ancora a fare quel che già da tempo era necessario, ho le mie buone ragioni.
Morirete solo quando non ci sarà un uomo così alloccone, così fagggiano, da non ammettere che ho agito secondo la legge.
Finché esisterà qualcuno che avrà il coraggio di difendervi, vivrete, sì, ma così come state vivendo adesso: assediati dalle mie guardie, forti e numerose, che vi impediranno di fare danni simili.
E poi, gli occhi, le orecchie di molti vi spieranno, vi sorveglieranno così come hanno fatto finora. E voi non ve ne accorgerete.

Cambiate lavoro ormai, datemi retta; dimenticate botole e villaggi. Tutto il vostro piano ci è più chiaro della luce del sole.
Avete offeso chi credeva in voi dimenticando che l’obbligo di ogni narratore è raccontare.

E il racconto è il patto più alto tra chi ascolta e chi lo porta avanti, tra chi evoca e chi accetta di credere senza essere frodato.
Che per stupire mezz’ora basta un libro di storia.

Ricchi premi e cotillon

Video meraviglioso riguardante alcune delle domande che non troveranno mai risposta

Secondo video meraviglioso con la geniale versione felina di Lost

Cartoline di San Valentino da inviare anche oggi, se siete innamorati (la mia preferita è quella di jin)

Sono le prime parole che Stephen Malkmus rivolge a noi che siamo lì per ascoltarlo.

Ha già rotto il ghiaccio con il trittico Silence Kit, In the mouth a desert e Stereo e solo adesso, sotto un cielo di lampadine, si ferma a guardare la platea sorridendo.
Lontani i tempi in cui si esibiva ammanettato al microfono.

Se gli anni ’80 erano musicalmente combattuti tra il delirio rock/glam dell’io sono io e voi non siete un cazzo e quello punk/new wave del voi siete voi e noi non siamo un cazzo (quindi ci ammazziamo), l’alba dei ’90 dà il benvenuto alla generazione dello Sticazzi, fate quello che vi pare, noi facciamo il nostro.

E mentre il grunge cortocircuitava e frullava il passato ventennio in un cocktail che faceva la gioia di mtv, eccola che s’affacciava, timida, la scena low fi ammmericana.

Figli diretti dei Sonic Youth, coccolati dai Pixies e sorvegliati da Sebadoh & Dinosaur J.R, i numerosi gruppetti del sottobosco indie iniziavano a circolare nei college su cassettacce scritte a matita.

I Pavement sono tra questi e una manciata di e.p. forti di un suono distorto di corde sghembe, di un canto ironico, malinconico, annoiato, di una non comune cifra pop in bilico tra noise e psichedelia, fanno presto schizzare il loro nome in cima alle classifiche di gradimento alla ricerca della proverbiale next best thing

Quelle classifiche da loro perennemente evitate rappresentative di tutto ciò che non importava.
La messa in scena.
L’apparire.
L’esserci.
I don’t care, I care, I really don’t care.

I Pavement sono quello che suonano e come lo suonano.
Le braccia lunghe intrecciate, la chitarra che ruota dietro le teste, le urla chini sui microfoni, i salti sconclusionati, le risate sul palco, la batteria in piedi, gli inni che, attraverso i loro primi tre meravigliosi album, hanno raccontato la generazione che non aveva nessunissima voglia di ammazzarsi e che doveva cercare e trovare un motivo per restare lì, con leggerezza.
E loro gliel’hanno dato, ce l’hanno dato.

Ascoltare i Pavement è andare in bici in discesa il giorno prima che cominci l’estate.

 

Bentornati, nel vostro tour di reunion, avete suonato nel posto peggiore di Roma ma l’acustica è riuscita a reggere, il reparto luci è stato mozzafiato e voi avete eseguito una scaletta della madonna.

Non è più il 1992 ma il 2010. Fa tutto un po’ più schifo ma ci sentiamo meglio e si viaggia con un click.  
Ora non fate che ve ne andate subito. Oppure si, fate come cazzo vi pare che va bene lo stesso.
I don’t care. I care. I really don’t care.

Contenuti extra

La scaletta del concerto:

Canzoncelle online per correre in bici in discesa.

Silent kit
httpv://www.youtube.com/watch?v=sVhsO-Nbl5M

Summer Babe
httpv://www.youtube.com/watch?v=r-kHIsPe-Qw

Trigger Cut
httpv://www.youtube.com/watch?v=Oq7a3bUm8Ps&feature=related

Trigger Cut in una versione live del 1991 (tanto per dire low fi)
httpv://www.youtube.com/watch?v=Wa5mNYSu-Ic

Here
httpv://www.youtube.com/watch?v=VnKXB1tfMaU

E per finire, un regalino da ascoltare (o scaricare a vostra scelta).
Una rarissima ed intensa interpretazione acustica di uno dei miei brani preferiti tratto dalla produzione solista di Malkmus.
Riesco a non perdermelo dal 2001, qualcosa vorrà pur dire.

14 Jennifer and the ess-dog_acoustic

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