Cari maschietti che per settimane avete raccontato a quella organizzatrice di eventi conosciuta su facebook che come cucinate voi non cucina nessuno. Voi che siete nel panico più completo perché stasera lei, proprio lei, verrà a casa vostra e vi ha già sottolineato che prima del sesso vuole assaggiare uno dei vostri tanto decantati manicaretti…
Care femminucce iscritte a scienze della comunicazione, che avete trascorso gli ultimi 10 anni a fotografarvi di 3/4 dall’alto, con le labbra a bacetto e la tettina pushata. Sì, voi che avete fatto installare dal vostro coinquilino un palo da lapdance nella vostra cameretta – valutando che la quantità di materia cerebrale che avreste lasciato sugli spigoli delle mensole sarebbe stata, comunque, infinitesimale – per essere più speciale in webcam. Proprio voi, che non sapete cosa rispondere all’sms dall’assistente del Prof. di Storia del Teatro che ha accettato il vostro invito a cena per parlare di Drammaturgia e della vostra propensione ad esibirvi per un pubblico…
NONTISTAVOMANGIANDO – E’ – LA – RUBRICA – CHE – FA – PER – VOI
Inginocchiatevi al motto del famoso cuoco francese Auguste Gusteau: “Chiunque può cucinare”, e ringraziate NONTISTAVOMANGIANDO che è qui per salvarvi le chiappe!
E’ evidente che la fase del cibarsi sarà solo una leggera parentesi della vostra serata bollente, ma sottovalutarla sarebbe da folli.
Il piatto che servirete a tavola sarà infatti – al pari di una camicetta scollata al terzo bottone o della rivelazione che state recuperando in questi giorni il sofferto rapporto con vostro padre – il biglietto da visita che stabilirà quante consumazioni omaggio, l’altro/a, sarà disposto a sganciarvi.
NONTISTAVOMANGIANDO vi insegnerà quindi a preparare piatti realizzabili in mezz’ora (sappiamo benissimo che la vostra concentrazione, più di tanto…) che, col minimo sforzo, vi garantiranno una perfetta frode ai danni del vostro ospite, che si leccherà i baffi cullato nella erronea convinzione che voi sappiate, realmente, il fatto vostro.
Nella prima lezione, come – forse – avrete intuito dal titolo del post e dalla foto in alto, prepareremo un ottimo:
PESTO ALLA GENOVESE
Talmente ottimo che anche la vostra integralista e spaccapalle amica genovese dai capelli rossi sarà costretta ad ammettere che sì, insomma, dai, voglio dire, ci può stare.
Entrino in campo gli ingredienti:
– Basilico – in quantità infinita. Nel senso che se siete in due ne basta tanto. In più di due, tantissimo. Tanto il basilico costa sempre meno di quanto vi aspettereste.
Per procurarlo, fossi in voi, eviterei di infilarmi nudo in un orto e andrei al supermercato più vicino. Di mattina, preferibilmente, che di solito, già dopo le due, la lobby del basilico l’ha fatto sparire da tutti gli scaffali.
E quello che raramente si riesce a trovare di sera sfoggia i rassicuranti colori dell’asfalto della Roma/L’aquila.
– Uno spicchio d’aglio se siete in due. Più spicchi d’aglio se uno dei due è Adriano.
– Parmigiano, finché non ti stanchi di grattarlo.
– Pecorino, metà del parmigiano.
– Due confezioni di pinoli. Questi, sì, vi consiglio di rubarli, che costano come il pranzo di battesimo di un piccolo Casamonica.
– Olio d’oliva extravergine. Per le ragazze: tranquille, l’olio dev’essere extravergine, voi potete continuare a leggere serenamente, senza pentirvi.
– Pasta. C’è chi vi dirà che la pasta più indicata siano gli spaghetti o le linguine, ma è opinione di chi scrive che le linguine siano la punizione mandata da dio agli uomini per la sparizione di Melita Toniolo dalle tv italiane.
Dovessi consigliarvi, vi direi di puntare sulla pasta corta. Trofie e strozzapreti vanno benissimo, meglio se comprate in quei posti stretti e bianchissimi in cui li fanno a mano.
Una volta ottenuti questi ingredienti, vi toccherà rimediare un mortaio.
Conoscendovi, vi state già fiondando nel primo “Tutto a un euLo” che avete sotto casa, ma io ve lo impedisco fisicamente, e con una buona dialettica vi convinco a farvelo prestare dalla vicina anziana.
Ora che avete tutto, possiamo cominciare.
Riempite la pentola di acqua
e mettetela sul fuoco, tenendolo al massimo consentito dalla vostra cucina.
Coprendo la pentola con un coperchio imparerete la sacra arte del fare prima, ma quella è una discrezione vostra.
Ora tornate al vostro tavolo che c’è da cominciare a combinare gli elementi.
Prendete lo spicchio d’aglio, taglietelo a metà, annusatevi le dita come quando la fate contenta e poi mettetelo nel mortaio, insieme a qualche granello di sale grosso
direte: “Ma non è già abbastanza saporito l’aglio?”
Sì, lo è, ma non del tutto, e soprattutto, in questo caso, il sale serve anche per poter frantumare meglio l’aglio appena inizierete a pestarlo.
“Quando inizieremo a pestare?”
Ora.
Ma senza dimenticare l’aplomb inglese che solitamente vi contraddistingue.
Pestate, pestate, e fermatevi soltanto quando avrete ottenuto una pappetta simile
Congratulatevi con voi stessi per essere riusciti ad arrivare fin qua, ed inserite nel mortaio una manciata di foglie di basilico (a cui avrete prima tolto i gambi)
A questo punto sentirete il fortissimo impulso di iniziare a pestarle come delle liceali che si tengono per mano cantando le canzoni di Marco Mengoni, ma non siate frettolosi miei piccoli amici.
Cosa manca?
Bravissimi. Il sale grosso.
Soltanto adesso, e con lo stesso principio di prima, pestatele con eleganza e savoir faire
e ricordatevi: non dovete fermarvi quando inizieranno a sanguinare verde ma soltanto quando saranno ridotte in poltiglia.
Ora il gioco ricomincia, alternando la volta in cui accompagnerete le foglie con qualche granello di sale
a quella in cui le circondate di pinoli
pestando
pestando
pestando
e pestando
come non vi fosse un domani
finché non scoprirete che il frutto della vostra fatica avrà prodotto ciò
Con poco meno della metà del mortaio riempito di pappetta verde, aggiungete una manciata di parmigiano grattuggiato (una Mauro Manciata equivale ad una cucchiaiata piena)
lo infastidite con un filo d’olio
e iniziate nuovamente a pestare, ma con molta, molta, molta, calma e attenzione.
E’ in questa fase che inizia a crearsi il pappume del pesto per cui state attenti a mescolare tutto per bene senza schizzare di verde la vostra abitazione.
Procedete sicuri con il pecorino. Una Mauro Manciata.
Molestatelo con un filo d’olio…
… e mescolate con maggior attenzione di prima, che l’affare si sta ingrossando.
Siate esosi e inserite una seconda Mauro Manciata di parmigiano, sottomettetela con dell’altro olio, e rovesciate i pinoli
Mescolate ancora, impanicate con altri pinoli, sommergete il tutto di olio… et voilà!
Il Miracolo della Creazione.
Ma frenate la commozione, non è ancora arrivato il momento di recarci piacere a vicenda.
Filate a controllare l’acqua sul fuoco.
Sta bollendo?
Ok, domanda troppo complessa, riformulo.
L’acqua si sta comportando come quando siete nella vasca ed emettete certe bolle che, salendo a galla, corron sulla schiena fandovi felici, giunte in superficie non vi piaccion piu’?
Sì?
Bene! E’ arrivato il momento di metterci dentro una Mauro Manciata di sale grosso
E finalmente… di calare la pasta!
A questo punto, fatevi furbi.
La perfezione già non è di questo mondo quindi figuriamoci quanto possa latitare nella vostra cucina, per cui – astutamente – prendete una tazzina di caffè e mettetevi da parte un po’ dell’acqua salata della cottura.
In questo modo, qualora unendo e mantecando il vostro pestopappone con la pasta appena scolata, il tutto dovesse risultare un po’ secco, l’acqua di cottura che avrete tenuto da parte potrà servire, insieme all’olietto a crudo, per salvarvi in extremis e garantirvi un risultato che di certo non vi sareste mai aspettati da voi stessi.
Questo:
Non voglio neanche prendere in considerazione l’ipotesi che qualcosa possa essere andata storta, sono sicuro che il vostro pesto sarà venuto saporito e cremoso!
Siate fieri di voi, e non dimenticate, che per la consacrazione definitiva, dovrete fotografare il piatto con il programmino Instagram del vostro iPhone, e condividerlo con tutti i vostri contatti di Facebook.
Non sia mai che riusciate a convincere qualche altra gonza (o qualche affascinante stagista) della vostra bravura tra i fornelli!
Fatemi sapere se riuscite a sfangarla!