The Tony Scott Thunder Challenge: Fuori i secondi!
Da qualche tempo sto partecipando ad una bizzarra sfida online.
Non una roba di WoW o di fattorie su Fb ma una vera e propria battaglia a suon di recensioni in cui il ring comune è la cinematografia di Tony Scott.
I due pesi massimi del match sono, da una parte
Rrobe, amico/fratello/collega/zio/figlio/padr… ehm, no, padre, no.
Dall’altra
Nanni Cobretti, ovvero l’incarnazione del mio sito di cinema preferito, quello che mi parla della roba che conosco meno e me la presenta in un modo tale da volerne conoscere il più possibile: i 400 calci.
Loro secondi, inviati in territorio nemico per rubare punti sul film recensito dall’altro, Wim Diesel e il sottoscritto.
Cliccando QUI trovate tutte le recensioni scritte da Rrobe con il commento di Wim.
QUI quelle scritte da Nanni con i commenti miei.
Chi mi conosce sa bene quanto Tony Scott sia lontano dal poter essere definito il mio regista preferito e sono sufficientemente certo che, dopo la pietra deposta sulla causa Michael Bay, Rrobe mi abbia voluto con sé per punirmi in maniera lenta, continua e costante.
Eccovi le mie pillole (numero limitato di battute, per noi secondi!) e ammiratemi, che una cura Ludovico a suon di Giorni di tuono e Beverly Hills Cop 2 è roba che tempra.
TOP GUN
I film preferiti di mia madre sono il secondo Star Wars, il terzoMadMax, tutti i Robocop (compresa la serie televisiva) e Top Gun. Me lo fece vedere tre volte, sufficienti per capire che sì, le riprese aeree come nessuno mai, sì, le luci di Ridley filtrate da Tony, ma soprattutto, sì, la colonna sonora. Convocai la Femmina Che Non Me L’avrebbe Mai Data e iniziai facile: Otis Redding, scelta colta e neutra. Poi You’ve lost that lovin’ feeling dei Righteous Brothers, espertissimi in materia di sesso autoparcheggistico e a quel punto, il colpo di grazia: Take My Breath Away. Le nostre lingue umiliarono quelle di Cruise & McGillis (per i completisti, durante la scena di sesso, la lingua di Maverick colpisce cinque volte, quella di Charlotte, misere due) poi lei si fermò d’improvviso. “A proposito… te l’hanno mai detto che sei uguale identico a Goose?”. Nonostante le mie Great Balls of Fire spensi tutto e la mandai via. La troia.
BEVERLY HILLS COP II
Axel Foley doveva essere interpretato da Stallone, e questa è storia nota. Però Sly volle modificare lo script e cambiargli nome in Cobretti e venne ringraziato a suon di grandi calcioni al culo. Se in Beverly Hills Cop di tutto ciò non v’è traccia, nel II°, osceno, capitolo diretto da un Tony Scott ancora strafatto di coca dopo il successo di Top Gun, è l’unico elemento degno di nota. Trama? Regia? Stronzate, quando si possono usare le risatine di Tonino Accolla per perculare la categoria del macho man with a gun, di cui Stallone era nel frattempo diventato il massimo esponente. Tra un fiorire di rimandi, poster di Rambo e Cobra, e l’utilizzo di Brigitte – allora moglie dello Stallone Italiano – Nielsen come cattivaccia del film, Tony tocca il culmine della nona arte… chionzandosela! Distruggerà così il suo secondo matrimonio, ma ancora oggi, ogni volta che Stallone gli telefona, la suoneria del suo cellulare è l’mp3 che gli regalò Accolla: hihihihihihi!
GIORNI DI TUONO
Quando avevo 10 anni mio nonno m’insegnò che siamo i nostri fatti e non le nostre intenzioni. Quando ne avevo 14, mia madre mi fece capire che se sei in un ospedale per delle semplici analisi e ti metti a impennare con le carrozzelle, il paraplegico sul lettino ti maledirà 70 volte 7. Quando ne avevo 18 mio padre mi prese da parte e tenendo in mano quella che sembrava una big babol ciancicata, mi disse che dovevo rispettare i preservativi se volevo che loro rispettassero me.
Questo, oltre a farci capire che la mia crescita è stata costellata da consigli sempre più prosaici, ci dimostra inconfutabilmente che se Tony avesse fatto di cognome Uzzeo invece che Scott, almeno una cazzata se la sarebbe risparmiata.
Tre sono i motivi per ricordare Giorni di tuono:
– la corsa sulle sedie a rotelle con cui Cole e Rowdy si danno battaglia tra i corridoi dell’ospedale, umiliando di colpo Kaufman e tutta la Troma.
– il sesso tra Cruise e la Kidman viene sostituito da una lezione su “come andare in scia” in cui la pista è una coscia dell’australiana e le auto sono due preservativi passati ovunque tranne che sui/nei posti giusti.
– nelle intenzioni di Scott, doveva essere un Top Gun con le macchine.
Ma come diceva mio nonno, siamo i nostri fatti, non le nostre intenzioni.
UNA VITA AL MASSIMO
In amore sono tre le cose che si devono fare. La prima è farsi notare. La seconda è smettere di farsi notare. La terza è farsi. Vicendevolmente farsi.
Dinnanzi al Vero Romanticismo, giovani sceneggiatori sfoggiano le loro carte migliori, acclamati registi smussano i loro angoli al servizio del racconto, e uno stuolo d’attori mozzafiato illumina l’eterno splendore delle menti immacolate di Alabama e Clarence.
Alabama: “Ho fatto bene la mia parte?”
Clarence: “Sei stata perfetta.”
A: “Come una ninja?”
C: “Come una ninja. Vado a cercare qualcosa da mangiare.”
A: “Io mi butto in vasca, faccio un bel bagno di schiuma, poi salto sul materasso ad acqua e mi metto a guardare film porno finché non torni. Vieni presto. Ti aspetto.”
C: “Fa conto che sono già tornato.”
E poi la violenza, la notte sul tetto col plaid, il sapore dei bignè, il sangue sugli occhi, una stanza di piume, un divano all’aperto e un cavatappi puntato verso l’alto, perché – fino all’ultimo – l’amore vero va difeso. Quelle volte in cui scopri che la somma di uno più uno non è due, ma sempre uno, un uno migliore, indivisibile. Fatto di una sostanza impalpabile e rassicurante.
“Mi dispiace. Non devi preoccuparti di niente. Andrà tutto liscio.”
La bugia? No. La consapevolezza.
The Fan
Jill acquista un piccolo ventilatore usato che, dopo aver fatto a pezzi la sua famiglia, si rivela indemoniato. Riuscirà Jill a rintracciare il vecchio proprietario, rinchiuso in una cella di sicurezza nel deserto afghano?
The Fun
Per debiti di gioco Jack perde tutto ciò che ha. Uno zio creduto morto lo riporterà nei luoghi della sua infanzia, dove per divertirsi, non serviva scommettere grosse somme, ma bastava lanciare sassi nel lago. Una commedia agrodolce sulla scoperta del vero divertimento.
Te-Phan
Il guerriero Zhao della casata dei Khai scopre di essere l’ultimo discendente dell’estinta razza dei Te-Phan. Il suo sangue è una minaccia per tutta la popolazione ma anche la promessa di rinascita della più antica dinastia di Venere.
The Fan
L’ordinaria follia di un uomo che ha rinunciato ad affetti e lavoro per la sua ossessione per il Baseball. Un fan dello sport in cui tutto deve essere sacrificato per la squadra, anche la propria vita.
Una di queste storie è stata trasformata da Scott in un filmetto del martedì di italia1. Non fa incazzare, non un capolavoro, non brutto, non bello, non. Poteva essere tanto e invece è solo un sorso. La vittoria per 1 a 0 su calcio di rigore, con la fastidiosa colonna sonora di un coro di vuvuzela.