Qui in Italia noi facciamo così.

19 maggio 2010 da Mauro

Troppo tardi e troppo poco.

‘Che è il concetto stesso di protezione che era messo a giudizio.
Quello che ti fa credere in uno stato.
E’ comunque qualcosa.
Ma accontentarsi delle piccole gocce di quel qualcosa di giusto, di etico, che ci vengono ancora elargite, ha il sapore del “meglio di niente” pronunciato da chi nella democrazia non ci crede più.

E allora tocca ancora a Pericle, che dal Discorso agli Ateniesi del 461 a.C. non smette di tornare utile:

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Noi, in Italia, no.

11 commenti

  1. rainwiz -

    Chapeau a Pericle.
    Chissà se quando ha pensato per la prima volta di istituire una retribuzione per le cariche pubbliche aveva valutato anche queste evenienze:

    http://www.youtube.com/watch?v=q3KOHRA2n1s

  2. Paolo Bassotti -

    Concetto facile ma non scontato numero 1: La legge deve servire a difendere i più deboli, che i più forti si difendono da soli…

    Ottimo post, Mauro. E un saluto a Rainwiz!

  3. Marco C. -

    Aspetterei comunque a parlare di “vittoria” anche perché c’è ancora un grado di giudizio che potrebbe ribaltare ulteriormente le cose.
    D’altronde si sa in Italia la divisa non si processa

  4. il decu -

    A Paolo Rossi… ma li hai visti i titoli dei giornali di oggi?
    Questi fra due anni al massimo stanno tutti a dirigere in posti di comando, come è già successo TUTTE le altre volte.
    🙁

  5. Marco C. -

    CVD
    http://www.repubblica.it/cronaca/2010/05/19/news/diaz-guardie-4184411/?ref=HREA-1

  6. il decu -

    P.S. Faffa guarda Exit solo perchè c’è la gnoccolona. 😀

  7. il decu -

    Ehm, Faffa sta per Farra, cioè Rarfa… cioè Raffa… insomma Raffaele Boiano (eccheccazzo).

  8. Mauro -

    Uh, la versione di Paolo Rossi me l’ero persa, c’avevo il discorso di Pericle ricopiato dall’epoca del liceo e ieri l’ho cercato online, senza pensare al tubo. L’avessi vista avrei messo quella, che era più divertente 🙂
    E per quanto riguarda il post non c’è nessun canto di vittoria, anzi, proprio l’opposto. Quello che sta avvenendo oggi (perchè è a quello che oggi ci possiamo affidare, non alle supposizioni, per quanto fondate su solide basi, del domani) è troppo tardi e troppo poco.
    E accontentarsi di questo poco vuol dire avere il terrore, concreto, che domani possa rivelarsi nullo.
    Speriamo di no.

  9. Marco C. -

    @Mauro
    Su questo ti do pienamente ragione,ma se vogliamo un cambiamento dovrebbe partire da tutti noi, da una maggiore partecipazione,un più vasto coinvolgimento che possa portare, se necessario, anche ad uno superamento della situazione attuale.
    A volte ci fermiamo troppo presto con le lamentele e non le facciamo quasi mai diventare utile e costruttivo dissenso.

  10. rainwiz -

    Beh, io non guardo exit ma il servizio sulla sanità in Calabria l’ha redatto una mia amica.

    Confesso però che Ilaria D’Amico è una delle vette della sorchitudine in questo sistema solare…

  11. cristiano -

    beata gioventù, mauro:
    il domani ce lo hanno tolto definitivamente qualche anno fa. forse fra un paio di generazioni potrebbe cambiare qualcosa.
    chi può se ne vada, e pure di corsa.

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