La verità.

16 giugno 2011 da Mauro

E’ vero, è andata così.

Ma mi manca una conclusione.
Ho uno stato A e uno stato B. Reali.

Ma la verità, come sà chi inventa storie e chi ha confessato un tradimento non è mai la soluzione ma al massimo un testimone, una finestra.
Quindi uno strumento di partenza, e non, come invece spesso si richiede, di arrivo.

La sincerità?
Uguale.
Si assomigliano anche, volendo.

L’appagamento, forse. L’unico a cui tendere anche se, tra tutto, il più momentaneo.

Sarà per quello.

Scritto in chiacchiericcio, me

14 commenti

  1. il decu -

    Non ho capito. Ti passo mio marito.

  2. Mauro -

    Vero, poco chiaro.
    Il flusso è stato più o meno:
    Bella questa immagine. Vera. Le cose stanno così.
    Ok e ora?
    L’immagine non dà soluzioni mostra soltanto una condizione. Una parete, un’altra parete.
    Ed è il problema con cui ho sempre a che fare quando mi riferisco alla verità. Non è una soluzione quanto, semmai, una finestra.
    Quindi uno strumento di partenza, e non, come invece spesso si richiede, di arrivo.
    Un po’ più chiaro? 😀

  3. il decu -

    Yes…
    una bella vacanza?

  4. MaryMary -

    Voglio sperare che tu sia sbronzo.
    Alla peggio: ROTOLA, CICCIONE!

  5. ang -

    non so dare una risposta né fare un commento sagace, comunque la vignetta è forte.
    -.-

  6. Black75 -

    …..purtroppo è tutto vero!

  7. Irene -

    Il nesso con la vignetta non è lineare… ma il commento è di per sé chiarissimo direi.

    irene

  8. corby -

    la soluzione è già la B.
    Perché tu sei vecchio, e pensi che A era bello, e B il male.

    Invece B è la nuova A. Non c’è bisogno di cambiarla. E’ l’attuale soluzione.

    Quando cambierà il coso rettangolare davanti al tizio con le cuffie, allora ci sarà una diversa soluzione.

    “Ma la verità, come sà chi inventa storie”. “sa”, senza accento.

    E tutto questo, perché ti mancano le facce strane mentre ti fai le zagane in bagno…

  9. Mauro -

    Pensa a quant’è più potente l’occhio di chi legge rispetto a quello di chi scrive.
    Da nessuna parte ho riportato un giudizio rispetto alla versione A né tantomeno alla B perché mi sembra sterile e privo d’interesse e ho spostato l’attenzione altrove, e invece tu sei partito con un discorso tutto tuo che, in teoria, sottintende un mio giudizio di merito.
    Fico.
    Come da Burger King, puoi prendere gli ingredienti e usarli come ti pare 🙂

  10. corby -

    “Ma mi manca una conclusione.”

    la conclusione è B. Se ti manca, è perché non ti piace quella che c’è. Perché per esserci c’è, ed è appunto B. Perché ti manca, se c’è?

    Ti manca la soluzione. La soluzione di cosa?

    Dici “Ok, e ora?”

    E ora non si va più da Burger King. Si mangia un panino al volo, davanti al PC.

    Comunque, mi farò spiegare da Irene, che ha tutto chiarissimo.

  11. Mauro -

    Ripeto, sei del tutto fuoristrada. O meglio, stai portando avanti un discorso tuo, interessante quanto vuoi, ma che niente ha a che fare con quello che stavo dicendo (probabilmente in maniera confusa) io.
    Sei convinto che a me non piaccia B. Non è così. Sei convinto che io rimpianga A. Non è così.
    Quello che dico nel post è proprio che B non è affatto una conclusione.
    Come A non è un punto di partenza. Sono due “fotografie” di un momento. Sono vere entrambe ma, secondo me, non dicono nulla.
    Non parlano dei perché dietro questo cambiamento. Non dicono se ora la gente sta meglio. Non dicono se è servito a mettere maggiormente in contatto la gente tra di loro.
    DIco “ok e ora” come per dire, la conclusione non è che prima si stava in un modo e ora in un altro. Quello è un punto di partenza.
    Il tutto andrebbe, secondo me, utilizzato partendo da lì: “considerato che prima si viveva così e adesso in quest’altro modo, valutiamo se…” e così via.
    Il mero “prima così, ora così” non mi sembra un punto d’arrivo.

  12. corby -

    ah, forse allora ci sono arrivato pure io e mi pare ovvia come cosa. A parte nei giochi (che servono appunto per esercitarsi in piccole fette di vita, una alla volta), non esiste mai una conclusione di niente e tutto è passaggio, e tutto in se stesso è neutro. Sarà l’ulteriore passaggio che come paragone permetterà di fare un ulteriore passo nell’analisi delle cose successe in precedenza.
    “Ed è il problema con cui ho sempre a che fare quando mi riferisco alla verità. Non è una soluzione quanto, semmai, una finestra.” Non solo è una finestra, ma non è neanche la verità, la verità. Al passaggio alla finesra successiva, o alle finestre successive, riguardandola, può essere che la verità era assolutamente diversa da quella verità, in verità.

    Però hai scelto una vignetta talmente scema, talmente stupida (e divertente) nel suo svolgimento, che non si capiva come si collegava al quel mix di concetti di “panta rei” e di “chi vuol essere lieto sia…” che hai scritto nel tuo testo.

  13. corby -

    Anche perché, riguardo alla vignetta, il gioco si può fare anche con il prima. 30 anni prima, 100 anni prima. E il prima risulterebbe chiaramente diverso dal “15 years ago”. Per alcuni molto peggio e limitativo e assolutamente da far evolvere e-o stravolgere, per altri nostalgici invece assolutamente da ritrovare, perché è stata la situazione “primigenia” e in quanto tale “voluta dagli Dei” e da preferire a prescindere quindi.

  14. Sandrella -

    Bloccate Corby… 🙂

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