Beati.
Come tutte le persone sane di mente venute a Napoli per il Comicon, la prima cosa che ho fatto, sceso dal treno, è stato salutare i miei compagni di viaggio e dirigermi verso il primo barbiere disponibile nei dintorni della stazione.
Lo trovo subito.
Si chiama Ciro (“e come vuoi che si chiami un barbiere di Napoli?” mi dice lui).
Mi fa accomodare e mentre mi lava i capelli s’inerpica in un tortuoso discorso sul matrimonio di William e Kate in cui comunque alla fine mi rassicura che, pur non avendo nulla contro i gay, per un minuto s’è innamorato di Beckam.
Che quello è proprio uomo. Ma uomo, uomo. Più della sua donna costretta a mettersi quel fiore addosso per farsi notare.
Gli dico che sono d’accordo con lui pur non avendo, neanch’io, nulla contro i gay.
Dal lavaggio, passo al taglio.
Deludo Ciro dicendogli che non tifo per nessuna squadra di calcio.
Lui mi risponde chiedendomi: “Vabbuò, almeno ce l’avrai una bandiera?”.
Faccio cenno di no con la testa rischiando di farmi saltare un orecchio.
Ciro mi mette le mani sulle spalle e mi dice che sbaglio, perché una bandiera devo averla perché mi aiuterebbe un po’ nel contesto sociale. Mi parla della madre che tiene settant’anni, non capisce niente, ma parla del Napoli e per questo i nipotini le vogliono bene.
Non mi sento di dargli torto, e gli dico che al prossimo che me lo chiederà risponderò che sono del Napoli.
Lui mi bacchetta. “Sei romano, non ti conviene, cerca di capire se quelli con cui stai parlando sono della Roma o della Lazio e tieni per quella squadra che ti dicono. Così funziona.”
Siamo oltre i confini del cerchiobottismo, penso, ma non faccio in tempo ad esplicitarlo perché entra l’uomo dalla voce grossa ed entusiasta che avvisa Ciro del fatto che sta partendo per Roma.
Ciro gli chiede “che vai affare?”
E voce grossa ed entusiasta gli risponde che va a vendere la sua nuova invenzione.
Apre la borsa e ne tira fuori una decina di CD.
Tutti hanno stampata sopra la faccia del papa.
Ce li mostra fiero. Sono tutti come quello della foto che ho messo in apertura del post.
Lui spiega:
“100 di questi mi costano 10 euro, già con la stampa sopra con scritto: La vera storia di Papa Giovanni Paolo II, io ora vado a Roma e li vendo a quelli che stanno lì per la beatificazione ad offerta libera! E la cosa bella è che dentro a questi dischi… non ci sta niente!”
Io lo guardo come si guarda un oracolo.
Qualcosa mi dice che attratto dall’oasi del facile guadagno, non si sia reso conto di quanto sia così allegoricamente potente il fatto che “la vera storia di Giovanni Paolo II” sia un disco vuoto.
Di quanto l’acquisto stesso del disco sia un puro atto di fede.
Di quanto, tutti quelli che oggi sono a Roma per la beatificazione di quell’uomo, vogliano gioiosamente credere in qualcosa che non c’è.
Nella santità di un uomo.
In un disco vuoto.
Mi ha convinto.
Ne compro uno, dandogli due euro. Eccolo:
Il tizio mi ringrazia stringendomi la mano e va via, verso Roma.
Ciro borbotta e io gli chiedo come si chiama il tizio.
Mi risponde: “Gennaro. Come vuoi che si chiami nu mariuol’ ‘e Napule?”
grande gennaro !!!!
FANTASTICO!!!
MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA oh mammaaaa! X°°°D
Potevi prenderne qualche copia in più da regalare ai tuoi amici del cuore!
ahahah e diciamo pure che il tuo Comicon inizia alla grande ahahahaha :°°D speriamo che ci si mantenga anche ahahaahha
Che cosa meravigliosa.
La tua fortuna, oltre al fatto che sei un bravissimo sociologo, è che hai testimoniato a questa lezione di vita.
Genio totale globale! Necessito di rebloggare subito.
E bravo gennarino…. azz se solo mi fosse venuta la stessa idea, erano soldi troppo facili!!!
GENIO!!!
ma che senso ha andare dal barbiere per raparsi a zero?
il più lucido repotage di napoli letto fin ora.
Pena.
HAHAHAHAHA SEI UN GENIO!!!!
Azz sei proprio fortunato appena arrivato nella mia città ti sei imbatuto in due tipi così divertenti e originali.
Perchè non ci racconti ancora qualche altro divertente incontro, così ci facciamo tutti altre quatrro risate.
Tanto a Napoli chi puoi mai incontrare?
Giusto un barviere che si chiama Ciro e che è un bel figlio di ndorcchai opportunista e un mariuolo di neom Gennaro.
Persone normali, no?
Quelle a Napoli non ci sono, vero?
Saluti
@Rae
Bhè, c’è tutto quel giochino di sfumatura leggera tra i lati e il sopra, e poi lo shampoo, vuoi mettere?
Il momento più bello della giornata!
@Pangio
Ho incontrato anche 3 tassisti su 4 che hanno provato a fregarmi, una coppia di amici fantastici che mi hanno ospitato a cena mostrandomi la loro minuscola e splendida bimba, ho pranzato e cenato in posti spettacolari che conoscevo e non vedevo l’ora di ri-provare, ho visto Alino girare per la fiera con la bimba in braccio e tante, tante altre persone.
Nessuna, come puoi vedere, narrativamente e metaforicamente interessante come Gennaro. Nessuna, guarda un po’ il caso, che mi permettesse, soprattutto, di dire la mia sulla beatificazione e sui fedeli accorsi.
A loro, qualora non te ne fossi accorto, va la vera critica di questo post.
Per tutti gli altri: grazie per l’apprezzamento!
Guarda che ho capito che il tuo scopo era di dire la tua opinione sulla beatificazione e sui fedeli accorsi a Roma, quello che però ho trovato strano (e, sinceramente, fastidioso) e che per farlo hai avuto bisogno del mariuolo Carmine e del barbiere paraculo Ciro.
Forse potevi farlo in un altro modo che non mettesse in berlina la mia città, anche se (ne sono certo)non era quella la tua intenzione.
E’ ovvio, poi, che hai incontrato non solo Ciro e Carmine, ma anche tanti altri napoletani, tra cui la coppia di amici con la figlia che definisci fantastici.
Però non ti sono sembrati metaforicamente e narrativamente interessanti come Gennaro e, quindi, non hai sentito il bisogno di parlarne nel pezzo.
In definitiva, dei tanti napoletani che hai incontrato hai ritenuto che valesse la pena descrivere solo quei due che sono due perfette macchiette da avanpettacolo, da salone Margherita,per intenderci.
Poi nella replica hai aggiunto che tre tassisiti su quattro hanno provato a fregarti, e non si capisce se dipende dal fatto che sono tassisti o dal fatto che (presumibilmente)sono napoletani.
Lo so, forse sono troppo permaloso,e forse sono esapserato da come il napoletano viene quasi sempre rappresntato dai mass- media e per questo sto facendo un torto ad una persona che non lo merita, per cui se ti ho offeso sinceramente mi spiace e mi scuso.
Ma dovete capire,e mi rivolgo anche a chi ti segue, che essere napoletani non è affatto facile (in parte per colpa nostra, ma in parte per responsabilità altrui).
Saluti
Si, sei un po’ permaloso sull’argomento, ma non mi hai offeso, tranquillo! 😀
Come non ho trovato “narrativamente interessanti” i miei amici, o l’altra bella gente che ho visto, non ho trovato interessanti neanche i tassisti che hanno provato a fregarmi (e non perchè sono napoletani, figuriamoci, ma perchè c’hanno provato, esattamente come ci provano i tassisti romani!) né quelli intorno alla stazione che provano a vendermi le pietre spacciandole per i-phone (e un tizio tedesco conosciuto sabato stesso era appena stato fregato! – ben gli sta, dopotutto lui per primo voleva furbamente appropriarsi di i-phone rubati!), né tante altre cose che ho visto in quei giorni.
Su questo stesso blog ho attaccato i tassisti romani (e li attaccherò di nuovo) così come altre categorie di persone che in un modo o nell’altro, causano una truffa a chi ha a che fare con loro (la Casini Editore, qualche tempo fa, ma troverai anche altri esempi), quindi, t’assicuro che non c’è nessuna Crociata Anti Napoletano (vale come curriculum il fatto di esser stato per 6 anni con femmina partenopea? :D)
Ora però, archiviata la pratica del perché, trovo anche difficile far finta che Napoli non sia una città anomala.
Quello che ho raccontato nel post mi è successo APPENA ARRIVATO, e accanto alla stazione. Non ho avuto bisogno di andarmi a “capare” la situazione in giro. Ci sono finito senza il minimo sforzo. Così come tra i “mariuoli” attorno alla stazione. Così come davanti ai motorini con 3 persone – mamma, papà, bimbetto – senza casco.
Così come nei taxi insieme ad altre persone. Così come tra le centinaia di sacchetti dell’immondizia gettati ovunque.
Ora, questo nelle altre città italiane non succede. Sembra surreale ma non succede.
Succederanno cose peggiori? Sicuramente.
Cose migliori? Sicuramente.
Ma quelle specifiche cose no.
Esattamente come la pizza che da voi è spettacolare e costa 4 euro mentre da noi fa schifo e ne costa 12.
Quindi, che fare?
Non giudicare, sicuramente. Né farvi sentire giudicati.
Ma neanche far finta di niente!
Spero che continuerai a seguirmi e a dirmi la tua!
p.s.
Se vuoi, vatti a vedere il “reportage” che ho fatto l’altr’anno sul Comicon, ho solo parlato benissimo della tua città 😉