I concerti di Fabrizio De André.
Domani esce finalmente in tutti i negozi dello stivale il cofanetto con la più completa testimonianza live del repertorio di Fabrizio De André.
Quando è finito tra le mie mani, la mia reazione è stata sobria:
(l’audio è stato tolto dall’immagine per impedire che le orecchie vi fischiassero per le prossime settimane e le finestre esplodessero come nelle reminescenze di Higlander)
E un Cofanetto di quelli a cui viene di dargli del lei e di chiamarli solo con la maiuscola.
E’ un cofanetto, tanto per cominciare, alto.
E voi direte: “Sì, ma alto quanto?”
Facile.
Più di Shaun e meno di Astroboy.
E al suo interno vive un mega librone.
Pieno di chicche sotto forma di immagini e testi
E soprattutto con 16 cd contenenti 8 tournèe di Faber, da quella primissima, dell’esordio a La Bussola, fino all’ultima del Mi innamoravo di tutto tour coprendo i ventitre anni più importanti della sua carriera.
Entrando maggiormente nello specifico, queste le tracce presenti (ATTENZIONE: è stato ufficialmente provato che il principale motivo di malfunzionamento dei portatili è dato dalla presenza di bava tra i tasti, per cui leggete solo dopo esservi tutelati con un apposito bavaglino):
Direi che non serve aggiungere altro, no?
Sbagliato.
Oltre all’orgia di tracce presenti, c’è un ulteriore motivo di interesse per impossessarsi di questo cofanetto e custodirlo gelosamente.
Finalmente è possibile ascoltare, con un audio mai così pulito, quanto, nel corso degli anni, De André abbia preso confidenza col palco e col suo pubblico.
Per quelli abituati ai monologhi commoventi che scaturivano dai suoi ultimi tour, sarà una sorpresa ascoltarne di nuovi ma soprattutto scoprire l’artista taciturno e timido nei confronti del suo pubblico degli anni ’70, che nascondeva tutta la sua dissacrante ironia modificando i testi delle sue canzoni più famose, con invettive contro le forze dell’ordine o infrangendo i tabù dei suoi personaggi più famosi.
Come nella versione di “La canzone di Marinella” eseguita a La Bussola, in cui Faber rivelò diversi particolari in più rispetto a quanto cantato nella versione registrata in studio.
…E c’era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c’era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose le sue mani suoi tuoi fianchi
Prima fu una carezza ed un bacino
poi si passò decisi sul pompino
e sotto la minaccia del rasoio
fosti costretta al biascico e all’ ingoio
Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent’anni ancora alla tua porta.
I Concerti.
Fabrizio De André.
Da domani in tutti i negozi di questa terra e anche in un paio di quelli in paradiso.
All’inferno non ne hanno bisogno, lì possono ascoltarlo quando gli pare e lo conoscono di persona.
Beati loro.
ciao posso chiederti una cosa in privato di questa raccolta del grande Faber?? la mia e-mail è : peppe.spess@libero.it
Ciao giuseppe, trovi la mia mail nella sezione “scrivimi!” del blog. Ciao!