Yann per fare altro. I Batida pure.
Terminato il dibattito sulle direzioni che sta intraprendendo, o intraprenderà, il fumetto, noi cinque ci si gingilla a destra e manca.
Prendiamo dieci earl grey al ghiaccio.
Poi altri due.
Poi saliamo. Poi scendiamo.
Camminiamo, camminiamo, camminiamo e alla fine ci ricongiungiamo con Jonny e le maestre d’Arezzo, ceniamo e veniamo scortati vero il mainstage dove sta per esibirsi Yann Tiersen.
Immaginate che io vi regali un buono per cenare insieme ad una ultramegagnocca.
Che questa ultramegagnocca, dopo anni e anni di castità coniugale sia finalmente single.
Tettonissima.
E cieca.
Ora immaginate di incontrarmi il giorno successivo.
Se io vi chiedessi che tipo di musica di sottofondo avevano messo al ristorante, sapreste rispondermi?
Ecco, questo è l’effetto che mi fa la musica di Yann Tiersen anche senza il bisogno di maggiorate ipovedenti.
Per fortuna ad alzare il livello d’adrenalina della serata ci pensa Roberto, che prima si mette alla guida della trappola elettrica che regala una morte silenziosa, e poi decide di scalare una parete verticale.
Ah!Ah! Roberto che scherza!
Ah! Ah! Andrea che decide di accompagnarlo!
Ah!Ah!
Lo fanno sul serio.
Videocamera alla mano, pronto a testimoniare a eventuali mamme e fidanzate gli ultimi momenti di vita dei due baldi giovini, la tensione svanisce in un batter d’occhio.
Roberto è alto esattamente come la parete da scalare, per cui riesce a toccare la cima senza neanche il bisogno di mettersi in punta di piedi.
Andrea si allena da quando ha dodici anni a combatter contro gli orsi delle valli trevigiane per cui riesce a salire prima che io prema “play”.
E’ chiaro che se avreste voluto vedere il sangue scorrere, avremmo dovuto arrampicarci io e Paolo ma per saziare la vostra voglia di carne grassa spiaccicata su una parete verticale dovrete pagare molto di più.
Pervertiti.
Tsk.
Ma intanto, da qualche minuto, o forse da qualche ora, Yann Tiersen ha cominciato la sua esibizione.
Mentre cammino vero il village per girare qualche video mi accorgo che la mia impressione iniziale è sbagliata.
Mi sembrava ci fossero poche persone per questo che dovrebbe essere il main event dell’arezzowave e invece, piano piano, la gente sta riempiendo tutto lo spazio a sua disposizione.
Tra spalti e platea c’è sempre meno posto e la gente non accenna a smettere di affluire.
Sembra che aretini e non abbiano deciso di godersi in tutta tranquillità il sabato sera.
E fanno benissimo.
L’aria è perfetta, un venticello leggero ci sfiora, i long island sono ottimi e poi… e poi c’è Yann Tiersen.
http://www.youtube.com/watch?v=IBdoXTPmg74
La versione live dei suoi pezzi è sicuramente più calda ma è chiaro che per far esplodere il pubblico c’è bisogno di ben altro.
Io ascolto, cerco di farmi prendere ma non c’è niente da fare. E se uno gnegnerellone non riesce a prendere me, non ci siamo.
http://www.youtube.com/watch?v=FDP_mPs03zU
Mi guardo intorno: un coso bianco attira la mia attenzione e mi ci siedo fantozzianamente.
Prendo il mio iPad, scorro le pagine de L’isola del tesoro che non so perché ho deciso di rileggere, e scopro di aver fatto la scelta del secolo.
Ascoltandola mentre faccio altro, la musica di Yann Tiersen è quanto di meglio si possa desiderare.
Mi coccola, mi scalda, mi distacca dal resto e mi permette di concentrarmi nella lettura.
I venti minuti che seguono sono i migliori della giornata.
Pace.
Poi arriva Gud e mi porta una birra.
Pace & Amicizia.
Poi arriva Rrobe e si siede con noi due a scherzare.
Pace & Amicizia & Fratellanza.
Siamo così belli che Jonny ci fotografa. Click.
E ci porta a farci intervistare da RadioWave.
Io, che dei tre sono il più timido, decido di riprendere il tutto, a vostro uso e consumo:
http://www.youtube.com/watch?v=SwybnIpxvCA
Bene. E’ l’una di notte.
Tra sei ore inizierà il concerto di Giovanni Lindo Ferretti.
I miei soci sono tra il sì e il no.
Gli dico che ho scoperto che il concerto si terrà nel luogo che, sembra, abbia fatto da sfondo alla Gioconda dipinta da Leonardo.
I miei soci dicono sì, subito.
Incredibile come quando si nasconda una storia dietro quello che vogliamo fare, il nostro interessa sale alle stelle, per cui, saggiamente, siamo propensi ad andarcene.
Ma iniziano a suonare i Batida.
Ora, se c’è qualcosa di cui non potrebbe fregarmene di meno è un tizio che aggiorna sonorità angolane al ritmo del moderno dancefloor.
Figuriamoci se questo tizio decide di tirare su un baraccone di rappresentanti di queste popolazioni che eseguono i loro brani, interpretandoli con studiate e raffinate coreografie al fine di divertire, informare, documentare, coinvolgere e intrattenere.
Figuriamoci.
Figuriamoci.
LO SHOW DEI BATIDA E’ UNA FIGATA PAZZESCA!!!
Alle ore 1.05 della notte, io e le diverse centinaia di persone presenti, già mezzi anestetizzati da Yann Tiersen, iniziamo a ballare e non ci fermiamo più.
Riesco a fare solo un video, questo:
http://www.youtube.com/watch?v=Jd_dWhRLm7c
E poi salto, salto con Gud, salto con quelli che mi circondano, salto con gli sconosciuti accorsi alla corte di Dj Mpula e applaudo al loro spettacolo.
Per oltre un’ora la platea sorride ed è coinvolta dalle luci, dai suoni e dalle performance.
Tutti ballano e saltano. Si baciano e saltano. Fumano e saltano. Giocano e saltano. Cantano e saltano. Ridono e saltono.
E noi 5blogger facciamo lo stesso.
Persino Paolo, che credevo addormentato su un puff, scodinzola le chiappe al ritmo di musica.
Passate le due, ce ne torniamo in stanza contenti di aver scoperto qualcosa che non ci aspettavamo e che non credevamo ci avrebbe presi così tanto.
Non sapevamo che solo qualche ora più tardi avremmo assistito ai due eventi più emozionanti dell’intero festival.
ahahahah bellissimo racconto! 😀
E grazie per il video dell’intervista 🙂