Di edicole, edicolanti e calzini a righe. Orizzontali.

27 ottobre 2011 da Mauro

Mettiamo che mi venga voglia di leggere un fumetto ed esca a comprarlo.
Ho un mare di possibilità.

Posso infilarmi in una fumetteria e trovarne migliaia.
Posso entrare in una Feltrinelli o in una Fnac e cercare il settore dedicato.
Li trovo persino nei caffé letterari di San Lorenzo.
Anche fosse domenica e trovassi tutto chiuso, potrei comodamente scaricarmeli e leggerli su un tablet.

Comoda la vita del giovine del 2011.
Fino a qualche anno fa i fumetti li vendevano soltanto in edicola (si, proprio come quella lì in alto disegnata da Flaviano).

Motivo per cui, per uno come me, l’edicola è un santuario da visitare in qualunque luogo e qualunque ora con la gioia estatica del pellegrino che chiede la grazia, e l’edicolante è l’altissimo sacerdote a cui rivolgersi con devozione e stima.
Lui, unico custode della verità contenuta nella Risposta.
Lui che può aprirti le porte del paradiso del “Si, è uscito oggi!” o gettarti nelle viscere dell’inferno del “Non è uscito, passa domani.”

Questo è il motivo per cui, io, nei riguardi dei giornalai, ho sempre avuto un atteggiamento di reverenza e ammirazione.

E la vita mi ha ripagato facendomene incontrare di ragguardevoli.


A partire da Gianfranco, dell’edicola della natìa Marino, che in caso tu non fossi stato allineato con la sua ironia, era capace di trasformare anche la semplice esperienza dell’acquisto di un quaderno, in un incubo.

“Gianfrà mi servirebbe un quaderno.”
“A righe o a quadretti?”
“A righe”
“Orizzontali o verticali?”
“Gianfrà, sto di corsa.”
“Orizzontali o verticali?”
“Orizzontali.”
“Già scritto o da scrivere?”

E così via per una decina di minuti buoni e per qualsiasi altra cosa di cui tu avessi avuto bisogno.
Motivo per cui mia sorella allungava di quasi un chilometro per andare in un’altra edicola, mentre io già lo amavo.
E gli ricambiavo quotidianamente il supplizio chiedendogli tutti i pomeriggi se fosse uscito Tutto Zagor?” anche se mancava ancora un mese all’uscita.
Lui non se la prendeva eccessivamente e anzi, si prodigava nel vendere, senza tenersi alcuna percentuale, ben tutte e cinque le copie di SuperLuke! Il fumetto che mi scrivevo, disegnavo, incollavo da solo (ripetendo la lavorazione per tutte e cinque le singole copie).

Nel mio periodo a Latina (brrr)  c’era questo giornalaio che mentre mi faceva il conto, ogni volta mi indicava di sottecchi e con un’abile combo di occhio e mento, le tipe presenti nell’edicola.
Che, nel caso in cui l’edicola fosse stata di un centinaio di metri quadri e divisa da scaffali e librerie avrebbe anche avuto un senso, ma siccome era un luogo ameno e minuscolo, l’unico risultato che otteneva era che la tipa se ne accorgeva e guardava malissimo sia me che lui.

Tornato a Roma, a monteverde, c’era “Ma’ Allora”, l’edicolante che mi teneva da parte le riviste e i fumetti di un altro, incazzandosi con me che non li ritiravo mai.

“Le dico che io non lo leggo Noi Pescatori!”
“Mà Allora perché me lo fa mettere da parte!”
“Ma non le ho mai chiesto di mettermelo da parte!”
“Mà Allora dice che me lo sono sognato?”
“O forse mi confonde con qualcun altro!”
“Mà Allora con chi la confondo? Lo legge solo lei quel giornale!”
“Non è vero, non lo leggo!”
“Mà Allora se ha smesso me lo dica che non glielo tengo più!”

Poi è arrivato il turno del ciccione burbero dell’edicola sull’appia che si lamentava quotidianamente, fumando come un turco, delle pessime condizioni della distribuzione e, di conseguenza, dell’Italia tutta.
La sua edicola aperta 24 ore su 24 (con l’egiziano che faceva il turno di notte, addormentandosi e facendosi depredare di tutti i porno e i quattroruote esposti a destra) è stato probabilmente il motivo principale per cui avevo accettato di prendere quella casa a San Giovanni.

Nessuno di loro, però, regge il confronto col mio edicolante di fiducia qui in via della Bufalotta.
Il mestiere di giornalaio per lui è chiaramente solo una copertura perché lui in realtà è un fico e lavora come modello per i fotoromanzi di Grand Hotel (sì, esce ancora).
Non gli fanno fare spesso il protagonista e questa è la dimostrazione, dico io, che quelli di Grand Hotel. non capiscono una sega.
Egli buca.

Espone, accuratamente affiancati e con una cura che neanche Ghezzi e Giusti nei loro migliori blog, i calendari del duce tutto impettito accanto agli arroganti tettoni di Victoria Silvstedt e delle Studentesse laziali (la più giovane è chiaramente Settembre e ha un’età stimabile intorno ai quarantasette).
Mi saluta sempre chiamandomi “Grande!” ma credo che sia una mera constatazione dei fatti e non un attestato di stima – per quanto si sia premurato di ripetermi almeno tre volte che su John Doe sono stato disegnato troppo grasso – ma il suo vero super potere lo sprigiona al momento del pagamento.
Mi dice la cifra che gli devo accostandola sempre ad una battuta che ironizza sulla completa – e giusta – assenza di un trattamento di favore.
Mettiamo che io debba pagare trenta euro, lui mi dirà una di queste frasi:

“So’ trenta euro co’ tutta ‘a busta!”

“Solo perché sei te, famo trenta!”

“Sarebbero cinquanta ma visto che c’hai la ragazza bona famo trenta!”

“Guarda pe’ stavolta famo trenta ma non te ce abituà!”

E così via per ogni possibile declinazione.

Per cui, quando stamattina m’ha detto:

“So’ ventisei euro e cinquanta, compresi i carzini!”

io ho fatto la mia solita risatina (stupendomi, sotto sotto, per la sua abilità nell’aver individuato una variazione più divertente del solito) e l’ho salutato andandomene tranquillamente in studio.

Una volta arrivato ho aperto la busta.
Ho tirato fuori i fumetti.
Le riviste.
La nuova statuina della collana dei Supereroi Marvel.

E poi.

Questi.

Credo facciano abbastanza curriculum.

Scritto in me, mondo, roma, voci di strada

8 commenti

  1. beatrice -

    Buhahahahahaha, manco sono brutti. Puoi farci un non indifferente ritratto intitolato “uomo nudo con calzino a righe”.

  2. il Magrelli -

    Non ci posso credere… ahahahahahahahaha… un GRANDE il tuo edicolante 😉

  3. chino -

    Oddio che bello! I pedalini!!! Edicolante GENIO!

  4. meme -

    …hai dimenticato di dire che a casa quella stessa mattina, l’ultimo paio di calzini puliti, sopravvissuto all’olocausto della biancheria intima, si era coraggiosamente nascosto in modo da lasciarti letteralmente in mutande… quell’edicolante sa più di quello che pensi.

  5. il decu -

    stile

  6. Pao -

    Splendido post. Lunga vita alle edicole!

  7. spino -

    Ahahhahahahah

    In quanto frequentatore (forzato) del medesimo edicolante, quoto tutto 😀

  8. il Dave -

    Eccome se fanno curriculum.
    Per il resto gli edicolanti sono proprio come i Santi, ognuno ha i suoi e proprio per questo bisogna tenerseli stretti.

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