The Ides of March – Conferenza stampa.
Disclaimer:
L’autore avvisa i lettori di questo blog che nel riportare quanto detto durante la conferenza stampa del film diretto da Clooney, potrebbe aver commesso degli errori, accecato com’era, dalla bellezza di quella topa senza tempo di Marisa Tomei.
Clooney entra in scena in splendida forma.
Sorride guascone in continuazione come se non fosse stato lui, quello a presentarsi con Cindy Crawford, stamattina.
Seymour Hoffman divora la scena di chiunque gli sia vicino col suo faccione rassicurante ed inquietante allo stesso tempo (potrebbe essere omnisessuale, mi è stato fatto notare)
E se Grant Heslov è il primo della classe che vorrebbe che tutti gli facessero domande, Giamatti si mette invece nella posizione di chi non vuole essere interrogato.
Gli manca solo una copia de La compagnia dei celestini e sembra me al terzo anno di liceo.
Evan Rachel Wood è una bambola di ceramica fatta di crack e la Tomei è sua madre.
Il crack, per l’appunto, dipende dal fatto che tutti i suoi amici le preferiscono di gran lunga la madre.
Il tutto dura poco più di 20 minuti, 16 dei quali Clooney li passa a rassicurare tutti sul fatto che non è un film politico.
I restanti quattro muovendosi come Gianni Morandi alla notizia di una prima serata su RaiUno al posto di Panariello.
Gli chiedono:
“Come ha reagito il pubblico americano davanti a questo film?”
“Non lo so, siete i primi a vederlo.” risponde sperando che le domande si attestino su questo livello.
Non resterà poi così deluso visto che a fondo, non si andrà mai.
“Non è un film politico, è un film su cosa siamo disposti a sacrificare per non tradire la nostra anima.” conclude.
Chiedo a quello vicino a me se George stia parlando di un film che ha visto ultimamente e invece mi confermano che si riferisce al suo. Ah.
Gli chiedono: “In questo film una componente molto presente è quella della seduzione. Ogni personaggio prova a sedurre e irretirne un altro. Se è vero che NON è un film politico – Clooney sorride soddisfatto – che ne pensi della seduzione nella politica?”
Tilt.
Morandi agita le mani guardandosi intorno.
Giamatti pensando che in quell’attimo di silenzio sia stato fatto il suo nome risponde: “Il gioco della politica è il gioco più sexy in America. Tutti ne siamo sedotti.”
Morandi tocca per sbaglio la carica a molla dietro la schiena della Rachel Wood che ribatte:
“Penso che sia un buon modo di vedere le cose ma non credo che questo film abbia a che fare con la politica – i capezzoli di Clooney si inturgidiscono – quanto con l’umanità. Chiunque cerca di sedurre chiunque, è una condizione umana.”
Non riesco a credere che mi trovi d’accordo con la moglie di Chucky e per fortuna prende la parola Hoffman e mi riporta su ben più saldi binari omo: “Non so quanto c’entri la seduzione ma credo che in realtà le persone vogliano soltanto essere quello che sono. E pur di rincorrere questa illusione arrivano ad esporsi più di quanto vorrebbero e tirano fuori quello che hanno dentro. Anche gli aspetti più orribili.”
A questo punto arriva la domanda che temevo fin dal primo momento: “Ha mai pensato di entrare in politica seriamente? Si vedrebbe come Presidente degli Stati Uniti d’America?”
Mi tappo le orecchie nel terrore che arrivi un “si”, perché un T-800 governatore della California ce la faccio ancora ad accettarlo, ma il peggior Batman della storia seduto alla casa bianca, proprio no.
Fortuna che Clooney se ne rende da solo e ci lascia anche una bella risposta: “C’è un tizio che è la persona più cazzuta che conosca, più intelligente che conosca, più carismatica che conosca e sta avendo tutti i problemi del mondo. Per quale motivo dovrei voler essere al suo posto?
Tutti battono le mani tranne Heslov, visto che nessuno se lo fila, è già da un po’ che si è messo buono buonino a scrivere infinite volte la parola “Stronzi” sulla giacca di Giamatti che dorme da ore.
Clooney prova a coinvolgerlo sfruttando l’ottima opportunità data dall’inaspettata domanda: “Come vi siete trovati a lavorare insieme?”
“Sono veramente contento di aver potuto contare su uno script – non politico, sia chiaro – per il quale ognuno ha subito manifestato la volontà di collaborare. Abbiamo tirato su un cast eccezionale, siamo stati molto fortunati e tutti hanno amato i loro personaggi.
A questo punto la bambola assassina prende la parola e rivela una scomoda verità:
“Onestamente? Penso che il mio personaggio sia un’idiota.”
Io che non posso tollerare di essere d’accordo con lei per la seconda volta, vengo salvato incredibilmente da lei stessa che tenta di mettere una pezza all’ipotetica gaffe: “Ahahaha la adoro! E’ dolce, carina e non pensa mai alle conseguenze. Io ho letto lo script e poi è stato facile immergermici.”
La Tomei, smette per un secondo di mostrarmi la lingua e aggiunge, riferendosi al suo personaggio: “Adoro quella stronza e vorrei essere sicura com’è lei. Ho empatizzato con lei, dentro di me.” E queste, signori, saranno le uniche parole che dirà.
Poi tornerà a guardarmi.
“Ti piace più dirigere o recitare?” chiedono a Clooney in quel mio momento di distrazione.
“Adoro dirigere me stesso.” risponde. “Immaginatevi: Com’è andata George? Bene George! E’ più facile quando sai esattamente quello che vuoi, quando mi limito a fare l’attore tutto è un compromesso tra quello che vorrei e quello che mi chiedono. Anche se devo riconoscere di aver lavorato con dei veri geni!
Poi qualcuno chiede: “Recitare e fare politica sono due lavori così diversi? E come vi dividete il lavoro clooney e heslov visto che ormai lavorate sempre insieme!”
Heslov ha un sussulto, va in iperventilazione e tira con violenza i 4 capelli di Giamatti che, svegliandosi di soprassalto, urla: “Hollywood è candyland rispetto a washington!”
Compagno Clooney ribatte dal Forte Prenestino: “Siamo nel mezzo di una situazione in cui realmente il fine giustifica i mezzi. E’ un momento diffcile per governare, ovunque ti trovi, io approvo e auspico un cambiamento, e presto.”
Heslov ci prova a rispondere alla domanda con un: “Io e George siamo amici da tanti anni, sin dal 1992, e lo siamo anche nella vita per questo è divertente lavorare insie…” ma una domanda a caso, forse fatta nello studio accanto, lo interrompe: “Perché questo film è importante per lei?”
Clooney risponde: “Non penso che ci sia nulla di nuovo nella politica dai tempi di Giulio Cesare. E noi continuiamo a ripetere questa follia. Quando siamo entrati in preproduzione con questo film nel 2007 ci chiedevamo molto cosa dovevamo fare e dove dovevamo andare. E abbiamo deciso di puntare su storie che danno più domande che risposte. Non è necessario dare le risposte.”
“Lei ha detto che non scenderà in politica per evitare di dover conciliare troppi compromessi”, chiede l’ultima mano alzata “ma non le è mai capitato come attore/star di doverne accettare?”
La risposta: “I compromessi li hai sempre. Sei sei un attore, se sei un regista. Perchè sai che ogni tua decisione può intervenire sulla vita delle persone. Ogni scelta è un compromesso. Nella vita come nel cinema. Ogni dialogo è un compromesso, ogni scelta è un compromesso. Questo non vuol dire che io non commetta errori, ma credo che la gente li commetta quando smette di accettare compromessi. Ed è lo stesso problema del presidente degli stati uniti. Provare ad essere un buono, accettando i compromessi.”
L’incontro si conclude con la notizia che il film verrà distribuito in Italia, “nel periodo migliore dell’anno“, ossia a Gennaio.
Per quel tempo, in caso siate ancora vivi, questi spoiler li avrete belli e dimenticati.
E ora un po’ di foto fatte apposta per voi da Martina Cestrilli, suvvia:
Che Gran Topa la Tomei!!!
È l’unico commento sensato che mi è venuto su due piedi!