Referendum. Un ultimo ripasso prima del voto.
Per quanto possa sembrare strano al popolo della rete, per moltissime persone (soprattutto tra i giovanissimi) la parola “Referendum” suscita ancora qualche interrogativo sul significato e qualche perplessità sulla validità. Se poi gli viene accostato il termine “abrogativo” ecco che si inizia a brancolare nel buio.
Andiamo quindi a vedere nel dettaglio in cosa consistono questi quattro quesiti e perché, mentre tutta la rete dice di votare quattro si, la televisione fa di tutto per nascondere l’avvenimento.
Domenica e Lunedì siamo chiamati ad esprimere la nostra opinione su due decreti legge, un decreto legislativo e una legge ordinaria che in parlamento sono già stati approvati.
Questioni importanti che riguardano la privatizzazione dell’acqua e il suo sfruttamento economico, l’investimento sul nucleare e il leggittimo impedimento per determinate cariche dello stato a presentarsi in tribunale in caso di un contenzioso giuridico.
Trattandosi di referendum abrogativo, ci viene chiesto se vogliamo che queste leggi vengano annullate oppure se ci sta bene che restino così.
Per cui, rispondendo ai quesiti con un SI, noi diciamo ai parlamentari che non riteniamo giusta quella legge, rispondendo con un No, la accettiamo e non vogliamo che venga ridiscussa.
I quattro quesiti sono questi:
PRIMO QUESITO – SCHEDA ROSSA: PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA
Volete Voi che sia abrogato l’art. 23-bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e finanza la perequazione tributaria”, convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall’art. 30, comma 26, della legge 23 luglio 2009, n. 99, recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, e dall’art. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea”, convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166, nel testo risultante a seguito della sentenza n. 325 del 2010 della Corte costituzionale?
Tutti questi paroloni stanno a significare che:
Votando SI, abroghiamo questo decreto affermando di essere contro la privatizzazione della gestione del servizio idrico.
Votando NO (o astenendoci) concordiamo col decreto approvato dal governo Berlusconi che permette l’affidamento a privati o società, attraverso gare di appalto, la gestione del servizio idrico.
SECONDO QUESITO – SCHEDA GIALLA: PROFITTI SULL’ACQUA
Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?
E invece qui si intende che:
Votando SI, impediamo all’eventuale gestore del servizio idrico di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, una remunerazione garantita che equivale al 7% di carico in più sulla bolletta che servirà al privato, o alla società che l’ha in gestione, di recuperare il capitale investito, senza avere poi obblighi di reinvestimento per il miglioramento della qualità del servizio stesso.
Votando NO (o astenendoci), accettiamo l’aumento del 7% in bolletta per far recuperare le spese al privato, accettando le sue decisioni in merito al servizio che ci offrirà.
TERZO QUESITO – SCHEDA GRIGIA: ENERGIA NUCLEARE IN ITALIA
Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare.
In questo caso:
Votando SI, dichiariamo di non ritenere ancora sicure le centrali nucleari e di non volerle sul territorio italiano. Che la questione delle scorie nucleari è ancora lontana dall’essere risolta e non vogliamo condannare i figli dei nostri figli ad un futuro che è causa del nostro comportamento attuale. Che in uno stato come il nostro, immerso nel sole 365 giorni l’anno, l’energia solare può e deve essere l’alternativa più pulita ed economica da percorrere.
Inoltre, votando SI, diamo un primo segnale chiaro in merito al nucleare, al nostro governo che, in seguito al disastro di Fukushima, sull’onda della scossa emotiva dei cittadini ha emanato un decreto legge che prevede il rinvio di un anno sull’avvio del programma nucleare italiano per sedare gli animi, e che col decreto omnibus ha aperto la strada ad ulteriori modifiche alle normative sul nucleare in oggetto in questo referendum.
Con questo emendamento il governo si concede la possibilità di riaprire la questione nucleare in Italia una volta acquisite “nuove evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza, tenendo conto dello sviluppo tecnologico e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea“.
Chiara è stata anche la volontà di far saltare il referendum: “Se fossimo andati oggi a quel referendum – ha dichiarato il nostro Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi – il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire. Abbiamo introdotto questa moratoria responsabilmente, per far sì che dopo un anno o due si possa tornare a discuterne con un’opinione pubblica consapevole. Siamo convinti che il nucleare sia un destino ineluttabile”.
La Corte non ha accolto questo tentativo di boicottaggio e ha comunque ribadito l’importanza del voto.
Votando NO (o astenendoci) diamo il via libera alla costruzione di nuove centrali per la produzione dell’energia nucleare.
QUARTO QUESITO – SCHEDA VERDE CHIARO – LEGITTIMO IMPEDIMENTO
Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l’articolo 2, della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante “Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza”?
Votando SI, dichiariamo di non essere d’accordo con l’attuale decreto legge che tutela alcune cariche del governo dal dovere di comparire in udienza in un’aula di tribunale.
Affermiamo il principio che in una democrazia la legge è uguale per tutti, senza alcuna eccezione. Neanche per il presidente del consiglio. Che se al governo c’è un criminale, il cittadino deve saperlo subito, non una volta che è scaduta la sua carica. Che assumere cariche pubbliche impone delle responsabilità, non l’impunità. Perché se chi governa un paese è accusato di un crimine ha il diritto di difendersi. Ma nel processo e non DAL processo.
Votando NO (o astenendoci) condividiamo l’opinione che davanti alla legge non tutti siano uguali e che esistono due tipologie di cittadini: quelli che devono seguirla e quelli che possono manipolarla a loro uso e consumo.
Ora, che voi siate per il SI, o per il NO, poco importa. Quello che è fondamentale è che il 12 e il 13 giugno andiate a votare.
Viviamo in uno stato anestetizzato, analfabetizzato, impoverito da una classe politica convinta di poter manipolare il popolo bue con i glitter della tv del sabato sera e con il controllo dell’informazione.
Dimostriamogli che non ci siamo spenti. Dimostriamogli che abbiamo ancora voglia di dire la nostra. Dimostriamogli che una coscienza comune, per quanto stanca, apatica, addormentata, esiste ancora ed ha una voce.
E sulle immagini della nuova genialata di Corrado Guzzanti
http://www.youtube.com/watch?v=NJ_Ldo8Q7mQ
auguro buon voto a tutti.
che poi, se ho ben capito riguardo il quesito della scheda rossa, è pure peggio di come l’ hai messa tu: si parla di una norma che obbliga alla cessione della gestione dei servizi a privati.
buon referendum a tutti.