Voi non ci siete.
Oggi sono arrivato in Cina.
Continuerò a postare i piccoli diari da Bangkok (e in seguito da Koh Samui) che ho abbozzato in quei giorni in cui non avevo una connessione internet stabile che mi permettesse di pubblicarli in tempo reale, ma ho bisogno di un veloce ritorno al presente.
E’ la mia terza volta qui.
La prima volta nel 2007.
Fotografavo qualsiasi cosa vedevo.
Non trovavo i blog.
Non trovavo i flickr
Non trovavo i tumblr.
Andavo su youtube.
Leggevo sempre La Repubblica online e cercavo modi di scavalcare la censura governativa.
Ci sono tornato a cavallo con le olimpiadi, nel 2008.
Fotografavo qualsiasi cosa vedevo.
Online trovavo TUTTI i blog.
Trovavo TUTTI i tumblr.
Trovavo TUTTI i flickr.
Andavo tranquillamente su youtube.
Leggevo sempre La Repubblica online.
Sentendosi addosso gli occhi del mondo, la Cina aveva sfoggiato il suo vestito più bello, l’unico che desse l’idea che fossero state le persone stesse a decidere di indossarlo.
E’ iniziato da poco il 2011.
Le olimpiadi sono un ricordo così confuso che devo cercare online se si sono giocate nel 2008 o nel 2009.
Fotografo poco.
Online NON trovo i blog.
NON trovo facebook (che però risulta stranamente accessibile dall’app sull’iphone)
NON trovo i tumblr.
NON trovo i flickr.
NON trovo youtube.
Rrobe, Giò, Marco, qui non ci siete (motivo per cui non posso linkarvi).
E come voi non c’è nessuno che usi la piattaforma blogspot.
Nessuno di quelli che utilizza Splinder.
Di Tito e tutta nova100, nessuna traccia.
Le foto di Francesco? Come se non fossero mai esistite.
Skiri, devo fare a meno di te e di tutti gli altri tumbleri.
Wordpress funziona a zone.
Facebook è blindato.
Youtube è blindato.
Qualsiasi rischio di libera espressione personale bandito di nuovo. E’ bandito di più.
L’illusione è durata il tempo di un gioco. L’illusione è stato il gioco.
Wikipedia (stranamente accessibile) mi parla di questo:
“Il Golden Shield Project, chiamato anche Great Firewall è un sistema di censura e sorveglianza della rete applicato in Cina.
Il progetto è stato avviato dal Ministero di pubblica sicurezza della Repubblica popolare cinese nel 1998 e entrato in funzione sperimentalmente nel 2003 e definitivamente nel 2006.
Questo sistema permette sia di bloccare l’accesso ai siti che trattano temi scomodi per il Governo cinese, sia di monitorare il traffico dati in entrata e in uscita dalla Cina.
Eludere il divieto di accesso è molto semplice: basta usare un proxy e connettersi ad un server non bloccato fuori dalla Cina. Ciò consente di muoversi liberamente nel Web e di visitare anche i siti bannati. Ma se è semplice aggirare il “Great Firewall”, altrettanto semplice è essere rintracciati dal Governo se si effettua questa operazione.
Si deve considerare che la Cina si connette al resto d’Internet con pochi cavi in fibra ottica, per questo tutti facilmente controllabili.
Il Governo cinese ha installato una grande quantità di router in grado di monitorare i dati che transitano attraverso i nodi che formano l’infrastruttura cinese, risalendo così all’utente che ha visitato un sito bannato. La Cisco Systems è stata convocata davanti al congresso statunitense per alcuni documenti che dimostrerebbero che l’azienda abbia aiutato alcuni tecnici cinesi a installare i blocchi e i monitoraggi.”
La Cina è un posto che amo, ma la amo perché so di potermi permettere di scrivere queste righe.
Perché so di poter andare via.
Questo posto non funziona.
Non può permettersi di brillare, come sta facendo, di uno sviluppo che non tiene conto delle persone che questo sviluppo lo stanno permettendo.
E’ un posto che deve risolvere i troppi conflitti che si trascina.
Dare un freno alle quotidiane esecuzioni per una pena di morte che viene regalata con estrema nonchalance.
Interrompere il sistematico massacro in suolo tibetano.
Assicurare i pieni diritti di espressione ai propri cittadini.
E, considerato che in Italia ottiene meno risalto mediatico rispetto a quanto finora scritto, stop alla legge sulla Pianificazione Famigliare Obbligatoria introdotta da Mao Zedong nel 1979 e tutt’ora in uso.
Sempre da Wikipedia:
“Grazie all’introduzione di questa pratica le nascite evitate nella Repubblica Popolare Cinese sono state 300 milioni. La legge prevede ufficialmente un figlio nelle zone urbane, e due in quelle rurali. I trasgressori potranno portare a termine un’eventuale gravidanza dietro pagamento di un’ingente multa, oppure saranno obbligati a rinunciare al figlio. Le accuse verso questo progetto sono molto pesanti:
- la lesione della libertà dei genitori;
- l’uso massiccio e obbligatorio dell’aborto, per di più in modi particolarmente dolorosi (soprattutto in passato);
- le dure repressioni contro i cittadini che, specialmente in zone rurali o povere, opponevano resistenza al progetto;
- la violenza verso le donne, visti i casi certificati di sterilizzazioni forzate, operate in molti casi ai danni delle colpevoli;
- discriminazione verso le donne; in moltissime famiglie (dato anche il divieto di diagnosticare il sesso del nascituro), specialmente nelle zone rurali, le neonate sarebbero uccise, oppure non registrate all’anagrafe (costringendole alla totale assenza di diritti politici e alla rinuncia di istruzione e di qualunque assistenza sanitaria);
- discriminazioni sociali, perché il sistema fa in modo che i più facoltosi possano “pagarsi” il diritto al secondo (o al terzo) figlio pagando la sanzione corrispondente (in genere di 50.000yuan, circa 6.200 dollari, 3.980 euro).
Far finta che tutto ciò non accada quotidianamente fa male alla Cina stessa ed è su questo che serve un segnale forte. Perché un segnale forte è quello che il mondo si aspetta dal paese più popolato del mondo.
E allora, solo a quel punto, potremmo anche valutare l’ipotesi di perdonarvi per quello che avete fatto a Jack Bauer.
(la meravigliosa foto in apertura è di Roberto Brunetti)
Altro che “non ti stavo cercando”…
Io ti stavo cercando.
Ed è proprio nel non rispetto delle persone e sul loro sfruttamento che si basa lo sviluppo cinese perpetrato dalla Cina stessa ma anche da tutte quelle aziende occidentali che lì fanno business pagando due soldi gli operai che lavorano per loro.
Quello che si vede è sviluppo posticcio, a cui quasi nessuno ha accesso e per questo da condannare, in ogni suo aspetto.
E’ un sistema complessissimo.
Senza la manodopera che costasse due lire, il mondo occidentale non andrebbe lì e loro non vedrebbero neanche questo (finto) sviluppo.
Il lieto fine ci sarà nel momento in cui utilizzeranno il know how accumulato sotto tutti i punti di vista per mettercelo (noi-come-occidentali) al culo con foga. E a quel punto saremo noi a pagare – e tanto – per ricominciare ad imparare.