Me lo merito.
Perchè non t’ho mai avvicinato tutte le volte che ti ho visto da lontano.
E tutte le volte che mia sorella ti passava davanti mentre andava all’università e tu te ne stavi nel tuo bar solito e lei mi chiamava per dirmi: “Ehi se passi ora lo conosci, tanto per almeno un’ora resta qua!”
Sei l’unico per cui ho provato un timore reverenziale tale da non essere riuscito neanche a stringerti la mano.
Neanche quella volta al festival di Venezia perchè lo so che avrei preferito abbracciarti.
Ho sempre rimandato.
Non ora, dai.
Mi hai insegnato tutto quello che c’era da imparare, ma io ho la fortuna di essere un allievo indisciplinato.
Per questo le lezioni più importanti me le sono tenute per questi anni in cui non ci sarai.
E tutti voi registi che vi mettete nella stessa posizione dei grandi senza averne ragione alcuna, voi altri, voi altri, rognosi, come osate restar vivi?
Se non l’hai ancora letto, ordina su IBS “Capelli lunghi”, il film mai fatto di Monicelli che Bonfatti ha adattato a fumetti.
È stupendo.
Poi chiamami e troviamo insieme un modo per farne il “Persepolis” italiano.
Dico sul serio.