Gipi indica la luna.
Dalle pagine del suo blog, Gipi inizia a sbottonarsi su alcuni degli elementi del film che sta girando.
E’ contento di poterne finalmente parlare e rivela quello che, secondo me, è l’aspetto più interessante di tutta la vicenda: per il suo film d’esordio nel mondo cinematografico ha deciso di non puntare sull’adattamento di una sua opera a fumetti ma di utilizzare, come materiale di partenza, i racconti presenti nel volume “Nessuno mi farà del male” di Giacomo Monti (titolo strepitoso, racconti strepitosi), pubblicato da Canicola.
E’ stato Gianni stesso a parlarne a Roberto (e a me che fotografavo) nella bella cornice del Circolo degli Artisti a Roma, dei perchè e dei per come sia arrivato a maturare la decisione di staccarsi dalla forma più direttamente autobiografica per seguire percorsi nuovi – sempre, ovviamente, filtrati attraverso la sua personalità.
Ci ha parlato anche di un sacco d’altre cose ma per quelle vi rimando al blog di Rrobe.
Il rifiuto della mossa facile, che sembrava quasi obbligata, della riduzione pedissequa di uno dei volumi precedentemente pubblicati (da Gianni evitata, a dire il vero, anche nella trasposizione teatrale di S.) mi sembra una scelta talmente pulita sotto il piano dell’onestà intellettuale che meriterebbe risalto e rispetto.
Claudio Valenti di Fumetto d’Autore riesce, con una sua segnalazione, nel difficile compito di parlarne male (per quanto ne può prevedere), parlarne male (grammaticamente) e parlarne male (nel senso che ne parla in un articolo, di per sé, banale).
Queste le sue parole:
“Se i film tratti da fumetti sono ormai prassi consolidata nel cinema internazionale, desta un certo interesse la notizia che Gian Alfonso Pacinotti dirigerà un film tratto da Nessuno mi farà del male, creato da Giacomo Monti. Gli esempi di film italiani basati sui comics sono limitati e con l’occasione ricordiamo tra tutti lo pischedelico Diabolik di Mario Bava (il migliore), il divertente Sturmtruppen di Salvatore Samperi, lo sfortunatoTEX ed il Signore degli Abissi di Duccio Tessari, il dylaniato Dellamorte Dellamore (anche se non tratto direttamente dal fumetto, ma un romanzio di Sclavi, il più vicino a Dylan Dog) di Michele Soavi e lo scialbo Paz! di Renato De Maria.
Frutto di una collaborazione tra la Fandango, casa di produzione, e la Coconino Press, Nessuno mi farà del male si ispira ad un volume pubblicato da Canicola che raccoglie diverse storie, a cui è stata dedicata una mostra in occasione della quarta edizione di Bilbolbul.
Il nome del regista potrebbe non dire granchè agli appassionati, ma trattasi in realtà del vero nome di GiPi, artista parecchio noto nel campo delle Nuvole Disegnate e delle illustrazioni.
Spiace vedere come ancora una volta il cinema italiano non riesca ad uscire dai confini del cosiddetto “film autoriale”, non tentando nemmeno nel campo delle pellicole fumettose di trovare il coraggio per trasporre opere divertenti, spensierate, di genere insomma, incantenandosi ancora una volta in una ristretta cerchia d’elite che mai potrà avere appeal sul grande pubblico. Dimenticatevi insomma un futuro Iron Man, un Cavaliere Oscuro o anche magari un John Doe distribuito al cinema con il marchio di una casa di produzione cinematografica italiana…”
Tacendo della quantità di refusi presenti (una seconda lettura prima di premere “pubblica” aiuterebbe) la domanda è:
Caro Claudio, ma di cosa stai parlando?
Parti dal presupposto che il film di Gipi sia tratto dal volume di Monti, per esporre una tesi delirante priva di qualsiasi riscontro con la realtà.
“Spiace vedere come ancora una volta il cinema italiano non riesca ad uscire dai confini del cosiddetto “film autoriale”.
Spiace. Spiace cosa? Che Gipi scelga di fare un film “autoriale”?
Non l’hai visto. Non sai quale approccio stia usando per il suo film (di cui ha scritto da zero e di suo pugno, la sceneggiatura) ma a te basta per definirlo “autoriale”, perchè probabilmente reputi “autoriale” la materia di partenza senza, immagino, averla letta (ehi ci sono gli ufo!).
Ma anche fosse… questo sarebbe un problema?
“L’Italia che non riesce ad uscire dai confini del cosiddetto film autoriale” è un’Italia che nasce, vive e muore soltanto nella tua testa, in quanto i progetti in cui l’industria cinematografica italiana investe sono, per la maggior parte, prodotti popolari per famiglie ed è solo di quello che sopravvive il cinema italiano (così come gli unici registi che, ad oggi, ci campano).
Il capolavoro te lo tieni per la frase conclusiva:
“Dimenticatevi insomma un futuro Iron Man, un Cavaliere Oscuro o anche magari un John Doe distribuito al cinema con il marchio di una casa di produzione cinematografica italiana…”.
Ti rendi conto che, a parte John Doe, hai utilizzato come esempi due property che già campano dei loro franchising cinematografici legati più all’immaginario che li circonda che all’effettivo venduto dei loro fumetti? Due property che NON POSSONO essere prodotti da case italiane?
Ma a questo punto… quali potrebbero essere gli italici equivalenti? Il film su Nathan Never? Pensi che venga percepito con lo stesso impatto dal pubblico generalista?
Il film su Dylan Dog… ma, guarda un po’, anche quello prodotto dagli americani.
Perchè mai? Non vorrai farmi credere che pensi realmente che il motivo sia da ricercarsi in questa miope società italiana che inneggia al film d’autore fottendosene dei gusti del pubblico, vero?
Non è che, forse, film del genere in Italia non possono venire prodotti perchè hanno bisogno di un investimento sproporzionato rispetto alle reali ipotesi di guadagno?
Sai cosa REALMENTE spiace, Claudio?
Che un sito che si fregia del nome “Fumetto d’autore” non abbia una linea editoriale che ne rimarchi il suo significato.
Pubblicare un articolo come il tuo, la cui pecca non è legata ai refusi quanto alla banalità del concetto esposto, quando avresti potuto coglierne decine di sfumature.
Davanti alla possibilità di segnalare quello che è, a tutti gli effetti, un evento, avete puntato sulla più stupida e inutile delle polemiche.
C’è un saggio che vi indica la luna e voi non vi limitate a guardargli il dito, provate a spezzarglielo.
Noia.
Sono assolutamente d’accordo con te. Si è scritto a vanvera una volta di più.
Non è così difficile prevedere un prossimo “Fumetto d’autore contro Mauro Uzzeo: tutti i dettagli sulla casa di Uzzeo a Ladispoli. Ecco dove sono finiti i soldi del pretacchione delle Winx”.
Consiglio a Giorgio e Botman (ma soprattutto a Giorgio, eh): stavolta incassare la giusta critica ed evitare di replicare con chilometrico editoriale.
Dai, solo per una volta. Provateci.
Sono ottimista.
Accetteranno la critica e la prossima volta cureranno maggiormente la segnalazione!
Dopo aver visto il film di Nolan, proprio oggi nel mio blog parlavo di come manchi al cinema (ma non solo) italico un approccio al fantastico. E questo progetto sembra (non ho ancora letto il fumetto di Monti) invece mirare proprio a questo, evitando come dici, la facile strada dell’adattamento di LMVSM. Speriamo tutti in un bel film (ma vista la bravura di Gianni sono ottimista) e in un buon un successo commerciale.
Tornatore fece il suo Gattaca con pochi soldi,quando fece “una pura formalità”, il film che preferisco del regista siciliano.Alla marvel si può lasciare il compito di fare quelle ciofeche dell’ultima produzione supereroistica.Da part emia sono felice se un autore vero come Gipi ha fatto questo scatto verso il cinema, perchè lo fa nel migliore dei modi,e di certo senza andare a drigere vacanze di natale nel buco del culo (c’è rimasto solo quello,e farà anche ridere tutti quelli ch epoi vanno a votare e si chiedono di chi è la colpa di ciò).
Premettendo che con GiPi in persona ci si era chiariti con un paio di righe via web, non capisco tutto questo accanimento e questa enfasi nel dissezionare la NEWS (una delle tante), che critica in generale il cinema italiano. Il quale, nell’occasione di trasporre un fumetto, sceglie una storia di questo genere. Naturalmente si tratta di gusti personali, ma a me non sembrava di aver attaccato nessuno in particolare. Forse ho toccato un nervo scoperto (quello si) legato più al sito FdA. Leggo centinaia di notizie qua e là sul web, ma mai nessuna viene così scandagliata ai livelli di CSI. Personalmente incasso le critiche, non ci sono problemi. Mi miglioreranno, spero.
Ciao Claudio.
Da queste parti nessun nervo scoperto nei confronti di F.d.A (e perchè mai, poi?), e la realtà è veramente molto più semplice di come la si vuole interpretare.
Quella news è un esempio di pessima informazione.
Solo questo il problema.
Usi la via dell’informazione non per divulgare ma per dirigerla verso l’espressione di un tuo parere che, con la news stessa, ha poco o nulla a che fare.
Trasformi l’opportunità di segnalare quello che è, a tutti gli effetti, un evento, per mostrare un tuo dispiacere legato a un qualcosa, che nella realtà dei fatti, dati alla mano, nel cinema italiano (purtroppo) non esiste.
Secondo me prima di rivolgerci a un pubblico, da una fonte, oltretutto, autorevole, bisognerebbe chiedersi cosa si sta comunicando. E per quale motivo.
E poi rileggere una seconda volta per evitare refusi. Sia grammaticali che concettuali.
E poi affidarlo ad un editor che dovrebbe tutelarti revisionandolo.
E credimi, se pensi che io passi la vita a scandagliare ipotetici refusi di FdA, sbagli. Ti ho letto, ho pensato: “cheddiaavolostaidicendowillis!??!” e ho espresso la mia opinione.
Veramente, tutto qua.
In bocca al lupo per i tuoi prossimi articoli, ciao!
Crepi il Lupo! a presto.