Succede questo.
E torno indietro con la testa e faccio mente locale per capire da dove partire per spiegare tutto ai figli delle mie action figures.
Senza parlargli di crolli, di basso impero, di valori, di declino, di quest’aria di fine, di quanto vorrei riuscire a ricordare come ti chiami che potrebbe aiutarmi a ricordare come mi chiamo io, e faccio fatica a parlarti…e non ce la faccio a rincorrerti… Dover spiegare, spiegare, spiegare cercando di essere convincente.
Dover recitare, hay, facendo lo slalom tra il gia’ detto, l’indicibile e la sciocchezza. E di quanto sono stanco, quanto sono stanco di queste menate.
E’ colpa mia.
Che ero stanco e che guardavo altrove. Che puntavo il dito e non chiudevo il pugno.
E’ colpa mia che so tutti questi nomi e so tutti i fatti di cui ci siamo resi colpevoli.
Lo so. E le prove le abbiamo tutti sotto gli occhi. Così come gli indizi.
Lo so perché ormai non serve più essere un intellettuale, uno scrittore, uno che segue tutto ciò che succede, uno che conosce tutto ciò che scrive, la verità è stata rivelata 10 minuti fa e sarà ripetuta ancora tra dieci minuti dai megafoni delle strade interrotte per i lavori in corso.
In televisione. Nei libri. Alla radio. On line.
La verità la sanno tutti e tutti quelli che sanno sono complici. E’ un dato. Senza aver ricevuto.
Figlio mio, ci pensi un giorno, tutto questo sarà tuo.
Non è colpa mia.
Noi papà saremo tutti colorati di alibi.
Siamo stati allontanati dando retta alle caramelle di sconosciuti che ci tenevano a presentarsi ma avevamo gli occhi troppo belli e la musica nelle cuffiette troppo alta.
E falliremo solo provando a spiegarvi perché nessuno fece nulla.
A dirvi che nessuno fece nulla.
E che tutti parlavamo con parole di altri, suoni di altri, segni di altri, vite di altri.
Tutti ad essere POST, tutti ad essere PRE senza in realtà essere mai stati niente.
Ho apprezzato tanto, ma non è tanto questo…
quanto la preoccupazione.
La preoccupazione.
ma perchè, te stai a preoccupà solo adesso?
Opacizza anche tu le immagini dei tuoi post, va.
@Decu
Grazie. Preoccupiamoci insieme una sera di queste 🙂
@Spino
La prima volta che mi sono preoccupato ero appena uscito da mia madre e m’ero accorto che l’ostetrica che mi prendeva a pizze s’era scordata di togliersi la spilletta col nome. Mi dispiaceva sapere che, una volta cresciuto, avrei potuto rintracciarla e gonfiarla di botte.
Da lì in poi la preoccupazione è stata la mia principale pre – occupazione.
Potrebbe essere la risposta del momento, anche se la verità è solo nel “Dio del primo tempo”!
Parole sante.
Credo che i figli dei nostri figli ci studieranno sui libri di storia, e noi saremo come i nostri nonni, ma con molto ma molto meno da dire e da rivendicare purtroppo.
No, vabbè, dai, siamo già qui a pensare che da adesso in avanti si sta seduti a guardare e subire e basta, tipo?
(sto cercando lo schemino preciso per costruire le molotov, che mi son scordata come si fa)
ben scritto “el Meglio” 8)
…cosciete dall’inizio, io dalla rabbia sono diventata apatica ma ad occhi aperti… spiritati!
A vostra (parziale) giustificazione,potrete sempre dire ai vostri figli che noi nonni avremmo fatto meglio a lasciarvi in eredità Soldatino, King e D’artagnan invece che Buonaiuti, Buttiglioni e Santanchè…..auguriiiiiiiii!
Ehi no, dico, qui Uzzeo Senior s’affaccia al mondo della rete digitando il primo commento della sua vita e io non c’ho neanche il vestito buono?!
Recupero rispondendoti con quella certa eleganza data dal digitare con entrambi i mignoli sollevati!
Per tutto il resto… difficile che arrivi un cambiamento senza la fame.
E le reazioni agli eventi reali, come per quelli di facebook, sono prive del tasto “non mi piace”.
Riflessione amara, da pugni ripetuti alla bocca dello stomaco.
Spero che la senilità mi colpisca presto per non dover rispondere alle accuse dei miei figli; sempre che non crescano amebe!
@ mauro:
Scusa…il mio commento era diretto al decu, che mi aveva preceduto 🙂
nel caso specifico: sei sicuro che l’ostetrica ti abbia solo preso a pizze e non a randellate in testa? 😀
PS
Posso inchinarmi di fronte alla saggezza del commento di Sandrella?
Io quella cosa (il paragone fra quello che potremo raccontare noi e quello che è stato il vissuto dei nostri nonni) la dico spesso ad alcune persone, che però in genere si offendono molto…
Intendiamoci…non è che sia colpa nostra se non siamo nati a cavallo di guerre mondiali, però non credo la cosa ci giustifichi in pieno…
Temo ke i figli dei miei figli nn potranno esprimere liberamente leproprie opinioni……temo anche per i miei figli e penso all’espatrio!
se pensiamo che un posto sia lontano intanto mettiamoci in marcia e iniziamo a camminare.
ma siamo davvero sicuri che possiamo solo guardare tutto questo amareggiati? veramente crediamo che basti l’indignazione o la preoccupazione a giustificarci davanti a tutto questo?
non credo proprio, e sono convinta che molti qui, che ci sono passati e hanno letto, che hanno lasciato due righe scritte o un pensieri dopo aver chiuso la pagina, sanno che invece ci sono molti modi per continuare a r*esistere.
alcune delle persone che ho letto qui, in un modo o nell’altro, fanno parte di un meccanismo di produzione della cultura che può essere un baluardo, un modo di resistere.
almeno per come la vedo io, che scrivo un commento fregandomene delle maiuscole.
ci sono molti modi per fermare queste cose, ci sono molti modi per resistere con ogni mezzo necessario, in questo momento anche senza imbracciare un fucile.
usiamoli, e non sediamoci sul divano a piangere di impotenza davanti al telegiornale.
almeno per come la vedo io, che sono per età più vicina di altri ai sogni di rivoluzione dell’adolescenza.
non lo so, ma quando leggo o sento chi piange un’involuzione futura, chi pensa solo all’espatrio a me sale la carogna.
mi sento ancora più rabbiosa. questo è un po’ il senso del commento precedente.
con amore.
amal