Brunori Sas Vs. Dente – Recensione.

19 luglio 2010 da Mauro

Per quest’estenuanti (suona bene! Provate a ripetervelo: QuEST’ESTenUANTi) domeniche di Luglio, al Circolo degli Artisti hanno deciso di fare le cose a modino proponendo le “Sunset Sessions”, esibizioni live a ingresso libero in cui sei tu a decidere quanto pagare, al calar del sole, comodamente adagiati sulle sedie a sdraio o stesi sul prato del grande giardino del locale romano.

In collaborazione con Fandango Web Radio, il piatto forte di questa domenica era l’incontro/scontro tra Brunori Sas (clickando leggerete una bella intervista realizzata dall’immenso Paolo Bassotti – Ciao Paolo!) e Dente.

Tocca al secondo aprire le danze con un trittico che non lascia dubbi sulle sue qualità compositive: “Canzone di non amore“, “Vieni a vivere” e “Buon appetito“.
Il nugolo di groupie che nell’ultimo mese aveva disertato cerette ed estetiste, può finalmente ricoprire l’artista parmigiano di peli pubici in segno di ringraziamento per la sua musica appena pizzicata e la voce bassa di chi sta parlando con sincerità.
Al suo terzo album, Dente, uomo copertina dell’anno (anche di Top Girl, come lui stesso ricorda dal palco), ha ampliamente dimostrato che i paragoni con i massimi esponenti del cantautorato pop italiano non erano affatto esagerati e la sua personale proposta da Battisti stralunato è una ventata d’aria fresca che solamente dal vivo annulla quel leggero distacco cerebrale che si avvisa con l’ascolto su cd.
Dente dal vivo taglia le distanze, scherza, gioca anche con quello che è ormai a tutti gli effetti il suo personaggio.

Il sole è appena calato dietro agli alberi del Circolo quando Brunori smette di cantare le canzoni di Dente da sotto il palco e lo raggiunge per duettare.
Cosentino, con un passato nei Blume, Dario Brunori arriva al suo esordio solista con l’album Vol.1 e s’accaparra subito il premio Ciampi 2009 per il miglior esordio dell’anno.
A metà strada tra un Gaetano barcarolo e un De Gregori rasserenato, coinvolge il pubblico evocando, con spensierata malinconia, le personali madeleine anni ’80 di ognuno degli astanti.

I due, alle chitarre, si esibiscono in una quarantina di minuti di scambi, battute, frecciatine e cazzeggio quasi da far apparire semplice tutto il lavoro di riarrangiamento sui brani che propongono (“C’ho un’ansia terribile”, dirà Brunori scherzando, “Ma non per le canzoni… più che altro per le battute da dire tra un pezzo e l’altro!”).
Il pubblico ride di gusto e ricambia cantando in un unico coro, tra le altre,  “Italian Dandy“, “A me piace lei“, “Paolo” e soprattutto “Guardia ’82” che per reazione e impatto emotivo è già un piccolo classico.
Il feeling tra i due artisti è notevole e si arriva a sperare che le numerose videocamere ufficiali servano per realizzare un dvd dell’evento.

Dente a questo punto lascia il palco e tocca a Brunori gestire gli applausi presentando il resto del suo repertorio fino al gran finale, con la coppia nuovamente riunita, alle prese con un Disperato Erotico Stomp da antologia.

I due lasciano il palco abbracciati e divertiti, coscienti di aver passato e fatto passare una serata divertente e leggera, senza mai prendersi sul serio e col massimo rispetto nei confronti di un pubblico che ha già smesso, a differenza della stampa specializzata, di ritenerli “solo” delle promesse.

Eccovi, come al solito, la scaletta dell’evento:

Una ripresa da orrido cellulare che servirà semplicemente a farmi ricordare il momento che ho preferito:

Due loro pezzi che vi farei sentire di persona se foste qui accanto a me:

E la dimostrazione che i fumettisti non smettono mai di lavorare, vero Leomacs e Rrobe?

Stellette? 8 su 10

5 commenti

  1. Paolo Bassotti -

    Ciao Mauro!!
    Addirittura immenso! Mi faccio rosso rosso.
    Un abbraccio…

  2. federico -

    Perché Roberto e Leomacs sono sprovvisti di sedie e come se non bastasse circondati da gente che ne ha? Questo, unito al fatto che nessuno dei due guarda il palco dà l’impressione che stessero lavorando per fatti loro e gli abbiano imbastito improvvisamente il concerto intorno senza che se ne accorgessero.

  3. spino -

    Da cosa si evince che stessero lavorando? 😀

  4. Leo -

    In realtà stavo guardando il culone di una davanti e chiedevo a Roberto se potesse cercare su Big Tits Round Asses quello che più gli somigliasse.
    A casa di Roberto questo si chiama lavoro…

  5. Mauro -

    @Paolo
    Fatti financo blu e poi invia foto!

    @Fede
    Erano lì dalle 4. Ricordo ancora le ultime parole di Rrobe “noi andiamo a lavorare al circolo per stare tranquilli, vieni anche tu?”

    @Spino
    Ormai tutto il necessaire è a portata di mano!

    @Leo
    Non conosco altri modi in cui potrebbe essere chiamato. Dopo tutto anche l’hand Job, per definizione, è un lavoro! 🙂

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