RUBBER & Quentin Dupieux: nonrecensione.
Ti chiami Quentin Dupieux e da ragazzino ti diverti a fare un sacco di foto che in realtà userai soprattutto per montarle insieme alle canzoncine che ti piace inventare.
Vuoi fare il cinema, vuoi fare musica, vuoi fare videoarte, non lo sai neanche tu chiaramente cosa, ma sai che vuoi fare.
Studi, fai corsi e ricorsi, testi, shperimenti di qua, shperimenti di là, poi in due ore di un pomeriggio del 1999 tiri fuori questo:
e la tua vita cambia. Cambi persino nome, o te ne aggiungi uno, vedi tu.
Ti fai chiamare come la storpiatura di “uccello”: Mr Oizo.
La Levi’s nasa il successo commerciale, si appropria del tuo ossessivo motivetto e del personaggio che hai inventato.
Sei sveglio, decidi di girarle tutte tu le pubblicità (ma dopotutto stai crescendo alla fabbrica di Gondry quindi impari dal migliore dei padri).
Tiri fuori questa robina
Pubblichi il tuo primo album che oltre a vendere uno sfracelo di copie, t’impone come guru dell’elettro house francese, e torni al tuo primo amore: immagini e musica:
m-seq
A questo punto sei pronto, anzi, ti senti pronto e realizzi il tuo primo film. Siamo nel 2001. Sei talmente trasgressivo da intitolarlo
e racconti la storia di un giovane attore che improvvisamente si sveglia nel bel mezzo di un set cinematografico in cui lui è il solo a non capire cosa stia succedendo. Dopo un po’ lo stesso attore uccide, accidentalmente, l’equipe tecnica ma, incuranti dell’incidente, i sopravvissuti decidono di continuare a girare il film, senza sceneggiatura e senza una videocamera. E tutto questo li porterà al disastro.
Parola di Imdb.
In tutto questo, qualcosa c’è. Il french touch c’è.
Nel 2004 torni col tuo nuovo progetto musicale, per un album definito INASCOLTABILE dalla stessa casa discografica, e giri questo videoclip
Stunt
che trasuda una genuina voglia di farti gonfiarti di botte visto il tuo mangiaranesco sottolineare che grazie a sta roba ci scopi. Ci fai i soldi, e ci scopi.
E comunque sia, cazzo, è faticosissimo ammetterlo, ma qualcosa c’è.
Nel 2007 sei pronto con il tuo nuovo film.
Una recensione su Imdb ne parla così: “The story line is very minimal.”
Bene. Scopriamo la trama: Due sfigati, Eric e Ramzy vogliono entrare a far parte del gruppo più cool della scuola: i Chivers. Un gruppo di soli maschi che punta alla perfezione tramite l’utilizzo di chirurgia plastica, ragazze superficiali e il divieto di fumare. Stop.
Non c’è altro se non una continua sequenza di tentativi fallimentari dei due ragazzi per entrare nel gruppo senza riuscirci.
Niente, quantomeno, che possa minimamente rallegrare i sogni eterni di John Landis.
Più che altro di turbarli.
Ma guardando il trailer ecco che, ancora, cazzo qualcosa c’è:
e anche in questo estratto:
Niente di trascendentale, niente che ti faccia gridare al miracolo, niente di neanche lontanamente paragonabile a quelli che sono i tuoi maestri… ma qualcosina che ti faccia dire, vedi, sto coglioncello di Mr Oizo, continua a cazzeggiare ma le sue cose potrebbero andare benissimo come tappezzeria videomusicale alla mia festa di compleanno, e farmi sentire uno cazzuto!
E poi arriva RUBBER.
RUBBER presentato all’ultimo festival di Cannes.
teaser trailer
(praticamente, una dichiarazione d’amore a Skiribilla)
primo estratto
In Rubber decidi di raccontare la storia di uno pneumatico psicotico e senziente che, grazie ai suoi poteri ESP, se ne va in giro a uccidere la gente, colpevole di averla abbandonata ai lati della strada.
Non la gente normale però, bensì gli gli stessi attori e autori del film più i malcapitati spettatori che assistono alle riprese.
Ritorno al metacinema. Alle tematiche che conosci bene.
Ecco, a questo punto, Quentin, io ti stimo.
Non per quello che fai, ma per quello che sei.
E sei di coccio.
E io penso, sinceramente, che è su di un artistoide di coccio, che senza pensarci troppo crea un beat milionario, un pupazzo giallo che sbatte la testa, videoclip in cui saltella, film con attori che non sanno di esserlo, sceneggiature che non vengono scritte, cricche di rifatti e pneumatici assassini, che andrebbe realizzato un film.
Sulle dinamiche.
Sui momenti.
Sulle persone.
Sulla persona.
Cazzo quanto vorrei raccontare soltanto storie di persone.
Boh, non so se come autore di film valga o meno (e non mi importa, sinceramente). Come Mr. Oizo ha avuto il colpo di culo di entrare nel vortice di quei pubblicitari che (sembrerebbe spesso, a vedere gli spot in TV) non capiscono niente di musica. Era un “one-hit-wonder” e come tale si è rivelato. Per il resto, ottimo post.
Antonio
mmmhhh…
MMMMMHHHHH….
Allora, c’hai ragione.
Qualcosa c’è.
Poi è strano lui, brutti alcuni suoi pezzi, in fondo ha solo inventato un pupazzo che agita la testa… eppure qualcosa c’è.
Le ipotesi sono due a questo punto. O è talmente un genio da stare dieci anni avanti e noi non lo capiamo, oppure è davvero tanto, tanto bravo a farsi dare i soldi dalla gente per continuare a farsi le sue robette e riderne soddisfatto alle spalle di tutti.
Ai posteri l’ardua sentenza.
@Antonio
tnx a lot! Altri esempi di questi pubblicitari? Mi interessa l’argomento!
@Gio
La seconda mi sembra la più accreditata. Ma il punto non è se ci e o ci fa, ma che lui sia molto più interessante dei suoi film! 🙂
Ne può venire fuori una storia alla “Ed Wood” con questo tizio
Lascio a voi del mestiere le considerazioni serie; conoscevo la pubblicità, è stato un tormentone per mesi, fortissima, ma il resto mi mancava e son contenta di aver colmato la lacuna.
Ho riso come una deficiente.
Ma, soprattutto, Mauro, per quei 37 secondi ti ringrazio tanto.
Ma tantissimo, eh.
Genio
Trés drôle, piquant et mordant, e soprattuto coraggioso di seguire il suo percorso alla traccia, probabilmente qualcosa che… non so che e probabilmente qualcosa di siderale…
hehe ultimo passo ma il pupazzo? http://www.youtube.com/user/vieillescharrues#p/u/4/S0AvMT7QwEk
[…] film passato lunedì sera in Piazza Grande lasciando “tracce” profonde: “Rubber” di Quentin Dupieux. Un horror – già passato a Cannes – che racconta la storia di uno pneumatico serial killer […]
“one-hit-wonder” un ciufolo, l’ultimo disco è bello, e come dj è il massimo.