Parola di Piero.

6 luglio 2010 da Mauro

I Litfiba si sono riuniti.
Il grande capo Estiqaatsi scaglia il suo esercito di uruk-hai a pronunciare in unanime coro  il suo nome affinché venga ascoltato dalle alpi alle piramidi e dal manzanarre al reno.
Poi si ferma e vede che uscito l’album live della reunion:

Stato Libero di Litfiba.

Ride. Non lo comprerà mai.
Poi Marianna da Fnac gli fa sentire Dio, gli fa sentire Paname, gli fa sentire Bambino.

E’ che a lui i Litfiba, fino a Pirata, gli sono sempre piaciuti.
E per quanto da anni i veri membri del gruppo siamo più morti di Paul McCartney e siano stati sostituiti da cloni malvagi con il corpo che cambia nella forma e nel colore, ha un sussulto ad ascoltare quelle canzoni.

Un sussultino dai, non esageriamo, ma quel tanto che valga la fatica di convincere un mulo a trasportargli sulla soma il doppio disco dell’esibizione.

Ascolta prima i tre pezzi di cui sopra.
Dio.
Paname.
E poi arriva Bambino.
E poco prima di Bambino, la voce di Pelù che presenta il pezzo.

Occhi sgranati in preda al timore che Piero parli, introduca anche altri pezzi.
La suspance “Gesù bambino ti prego fa che non continui, fa che non dica altro ti pregotipregotiprego, Bambino Gesù fa che taccia sempre più”

L’orrore nello scoprire che quel cazzo di uomo pelosissimo NON TACE MAI.

Parla talmente tanto dicendo talmente poco, che il frastuono del vuoto pneumatico generato dai concetti espressi copre ogni suono.
Per cui, ad oggi, non so dirvi come siano le canzoni in questa versione live, ma voglio regalarvi qualche momento di splendore, riportandovi

FEDELMENTE

TUTTA

LA PAROLA

DI

PIERO

“BBBBUUEnvenuti al concerto per gli spirUiti libUeri!
BBBBUUEnvenuti al concerto per le tUeste pensUanti!
BBBBUUEnvenuti al concerto per chi è contro i mUezzi di distraziUone di massa!
BBBBUUEEnvenuti al concerto per il popolo di intUernet!
BBBBUUEEnvenuti nello stUato libero di litfUUiba!!!!!”

e parte il concerto. E io dovrei sentirmi spirito libero, testa pensante, contro i mezzi di distrazione di massa,  parte del “popolo di internet” (Eh?! ma che cazzo sta dicendo?!). Se ce l’ho, posso proseguire.
Se ce l’hai, puoi proseguire.
Anche perchè poco dopo ci rassicura:

“Perché qui questa sera niente è PRO PRO PROIBITOOOOO!”

Ce l’aspettavamo. Quello che invece colpisce ai reni è l’attualizzazione della strofa
“mi sento tradito
se ti spari le pere”

che già non brillava per raffinatezza ma che, in versione gggggiovane amico di maria delitfiba diventa:

“mi sento tradito
se ti cali le BBBBOMBE!!!”

Qui, se ti stai facendo la doccia, l’acqua si fredda improvvisamente, lo shampoo ti cola sugli occhi e ti senti solo e privo d’aiuto.

Poi arriva quello che, mi si dice, sia il classico saluto live:

“Firenzeeeee saluto a cinque, saluto a tre, saluto a uno.”

In cui immagino che Piero rispettivamente apra la mano, faccia le corna, mostri il dito. Dica “cacca”, mostri il popò. Trasgressivamente. Oltraggiosamente.

Proseguiamo con un onesto:

“GrUazie ragazzi, grUazie d’esser venuti.”

Ed arriviamo alla prima frase shock della serata. Al primo messaggio forte:

“La prossima è una canzone che vogliamo dedicare a quel bambino che c’è dentro ognuno di noi e in particolare a quel bambino che c’è dentro il papa RUatzinger.”

(potete godervela nel link che ho messo prima alla versione live di Bambino, la seconda presente in questo post)

Che se avesse un intento provocatorio potrebbe anche essere divertente il giochino del bimbo con il papa intorno.
In realtà no, Piero si rivolge proprio al bambino, alla parte pura, che esiste nel papa Ratzinger.

Dedica quindi alla parte buona del papa la mia canzone preferita.

A questo punto diventa Don Pelù (baciamo le mani) e prosegue con un delirio orgiastico/ecclesiale.

” E vUola in alto fino a deus!”

“In questa serata litugica, in questa serata ecumenica, siete vUoi prUonti a libUerare definitivamente il vUostro SpiritUo?”

Non manca il momento pellerossa, con qualche problemino di rimando geografico che comunque ci sta sempre bene:

“RisUerva indUiana della toscana, su con la testa! AHU!AHU!AHU!AHU!AHU!AHU!AHU!”

Poi, il messaggio politico. Polemico.
La posizione scomoda:

“Ci stUanno facendo decine e decine di prUomesse! (boato di applausi del pubblico che aspettava il messaggio e sente che sta arrivando)
Più di quante io riUesca a ricordare! (boato di applausi del pubblico che ha capito di essere  entrati nel messaggio)
Ma sUolamente una la stanno mantenendo! (boato di applausi del pubblico che gode nell’essere nel vivo del messaggio)
C’avevano prUomesso di creare una nuova fUorma di libertà! (boato di applausi del pubblico che ha capito di essere nella fase conclusiva del messaggio: quella schietta, di polso)
E con ogni mUezzo legale ed illegale se la stanno creando! (boato di applausi del pubblico che è appagato per la difficile arringa del loro guru!)
Tutta per loro! (relax del pubblico, pienamente soddisfatto dell’esperienza appena vissuta)”

Dopo un po’, quasi a sorpresa arriva questa chicca:

“Niente di ciò che appUare è come sUembra.”

Che a cercare di tirarne fuori qualcosa di realmente logico si abbraccia la follia.

“Andiamo con un bel blues ragazzi, cUon un bel blues…”

Per poi quietare anche le esigenze del pubblico più pecoreccio

“MUomento liturgico – mUomento li TURGIDO”

Ma non basta, per placare l’orgasmo catecumenale ci vuole:

“In Ualto le nostre fUedi!”

“Ego coniungo vos in sempiterno et etTTTerno mUatTTTrimonio, in nomine PATTRIEEE”

Poi, ormai nel vivo della provocazione, incita i propri fedeli:

“SUiete stanchi rUagazziiiii? E allora adesso mi fUate vedere di quanto riuscite ad alzare i vostri pesanti culi da terra!!!!”

Per poi concedersi un momento di riflessione, con la voce da momento di riflessione:

“Una cUanzone molto importante la prUossima, perché parla di quella pUiccola parte scura che c’è dentro di noi e che si chiama pazzia.”

A questo punto Don Piero capisce che è il momento di una nuova posizione forte contro “il popolo della tv” (nemico giurato del “popolo di internet” di cui sopra)

“Con i tempi che cUorrono, con tutte le puttanate che sentiamo in televisione, c’è solo una risposta: MEGLIO MALEDETTI CHE RIMBAMBITI!!!

Il pubblico è in deliro. Quanta violenza rock. Quanto nichilismo Punk. Quanta maledizione in questo concerto. Che matto questo Don Piero!

E lui, la star, vedendo i suoi fedeli brulicare e pendere dalla sua bocca… gigioneggia e ci lancia nel mistero:

“VUiviamo in un mUondo di peccatori, viviamo in un mondo di tentazioni, fratelli, sorelle, sUalvate la vostra anima, chi di voi oggi non ha pUeccato almeno con il pensiero? Almeno una vUolta?

Vedi? Ci sono più anime pulite qui che in tutto …PIIIIIII!!!!!

C’è realmente un forte suono di censura.
Come se Piero avesse bestemmiato.
Come se avesse inveito contro il governo italiano.
Ma cosa può aver detto da aver giustificato il suono censorio?
“Ci sono più anime pulite qui che in tutto il porcoidNON credo.
Ci sono più anime pulite qui che in tutto il paradiso”?
E non si può dire? In un concerto rock (già chiaramente oltraggioso e provocatorio) questa frase non può venire detta?
E allora non sarebbe stato meglio tenerla fuori dall’incisione per il cd? Meglio il suonarello della parolaccia!

Poi un ultimo momento di quelli indescrivibili se non li si ascolta.
Appena cantata la strofa “mama mia el diablo” e al posto del “sei! sei! sei!” che ci si aspetta da copione, Piero stupisce tutti urlando “RA – ZZZI – NGHE’!!!” con la stessa metrica che andava usata per il testo originale. Immagino sempre riferendosi al papa.

Poi entriamo nell’area dei saluti. Piero si riposa, abbassa il livello di rabbia per lanciare un messaggio positivo:

“La prUossima canzone è un augurio, che la strada nostra, che la strUada di tutti sia lunga e dritta, e che la strada dei litfiba non finisca mai, quindi buon viaggio a tutti.”

E il saluto finale:

“Firenzeeeeeeeeee! GrUazie mille, buonanotte alla prUossima, ci rivediUamo nello StUato libero di Litfiibaaaaaaaa!”

Questo è tutto quello che si può dire sulla reunion dei Litfiba e sul loro evento live.

Anzi no, c’è un’ultima cosa.
Una volta un saggio disse che è orribile vedere il cantante di un gruppo rock parlare col pubblico.
Perchè è segno che ha bisogno di riprendere fiato.

Ecco, quel saggio era VERAMENTE saggio.

12 commenti

  1. spino -

    pUorco dio! (uno a tuo piacere…)

  2. Raffo -

    Baciamo gli stivali!

  3. St3! -

    Amen.

  4. RRobe -

    Ringrazia che non sei di madre lingua inglese.
    Non si salva nessuno, manco gli Zeppelin o i Sabbath.
    Detto questo, devi leggere Lester Bangs.

  5. RRobe -

    p.s.
    quando avevi quindici anni Pelù faceva le stesse tirate ma ti piaceva.

  6. Marco C. -

    Bello però il giochino di parole “MUomento liturgico – mUomento li TURGIDO”, certo non supera il “Glandiiiii” dei sempre verdi Profilax ma ci si avvicina.
    Temo che Pelù e Renzulli abbiamo dato retta troppo tardi ai consigli di Elio (http://www.youtube.com/watch?v=hD-Vkb9A5Tw) e siano ormai superati.
    Citando lo stesso saggio un gruppo dovrebbe attenersi a dire solo questo sul palco http://www.youtube.com/watch?v=2EMX-9co2Fo

  7. Giovanni -

    Sono d’accordo con Marco. Meno è, meglio è. E se il meno è “We are Motorhead, we play rock ‘n roll” è ancora meglio.

  8. Mauro -

    @Spino.
    Sei il primo bestemmiUatore di questo blog. Comunque un primato!

    @St3!
    Andiamo in pace. La messa è finita.

    @Rrobe
    Naaaaa, dai non arrivano ad usare parole pesanti come “rimbambiti”, loro sanno dove fermarsi!
    Ah. Sai cosa regalarmi al mio compleanno.

    Che è?

    @Marco
    Non una parola di più.

    @Gio
    In realtà pronunciato da Lemmy suona un po’ come il codice fiscale di quella frase: “W’r’m’t’r’d w’pl’r’ckr’ll!” 🙂

  9. Lore -

    Io al concerto di roma della “reunion” c’ero.

    E’ stato come vedere una puntata ghostbusters (quelli VERI con lo scimmione) rifatta adesso in giappone in occasione del lancio di un gioco di carte. L’impressione era di star a sentire un gruppo cover.
    E nonostante questo ho cantato tutte le canzoni e la voce mi è ritornata dopo un paio di giorni: quello che non è più tornato è stata la curiosità, o l’ombra di un entusiasmo. Ma forse è l’età, o il caldo.
    Come dice Bugo, “fa un caldo da microonde/sbaglio io ad indagare/o sbaglia il caldo a fare caldo?”

  10. ericafà -

    io ti adoro e ti seguirò sempre… maUUUUUUrooo!!!

  11. Mauro -

    Ericapensa
    Ericadice
    EricaFà.

    Bacio da qua.
    Cià.

  12. Scarlet -

    te giuro: ho riso con le lacrime… 😀
    grazie, me serviva.

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