Dialogo tra un tassista e un non so.

14 gennaio 2010 da Mauro

Finta banconota da tre euro

Disclaimer: provare a dare una consecutio logica al dialogo sottostante vi porterà, necessariamente, ad impazzire.
Quindi non tentatelo a casa.

Tassista Romano si lamenta guardando una bancarella dell’usato:

“Ma guarda che roba, dove cazzo siamo arrivati… la gente compra pantaloni a tre euro. Ma te pare normale?”

Mauro:

“Me fa più strano quando li comprano a duecento”.

Tassista Romano:

“Ahahahahahah ‘cci vostri siete diventati tutti de sinistra!”

22 commenti

  1. Giuliano -

    hai provato a non pagarlo? Magari diventava di sinistra pure lui…

  2. saratrab -

    ahhh! Perché è ben noto che i commmunisti mangiavano bambini e vendevano pantaloni a basso costo sottobanco.
    Aggiornete! 🙂

  3. frafa -

    Più che altro mi meraviglio del fatto che non abbia utilizzato la parola comunista 🙂

  4. Marco -

    Secondo me ottimo amico sei incorso in un rarissimo caso di “Oppositus Taxistius”.
    Di solito i guidatori di taxi tendono a dare ragione ai loro clienti qualsiasi oscenità od assurdità dicano (secondo l’aurea legge del “cliente che mai erra”).
    In questa situazione il nostro tassinaro si comporta secondo me all’esatto contrario, analizziamo meglio:
    Frase 1:”Guarda dove siamo arrivati, che livello di indigenza, la gente si riduce a fare acquisti a basso costo anteponendo il risparmio alla qualità” frase sinostrorsa di ingresso di mister taxi che di solito evidentemente deve portare personaggi di destra.
    Risposta:”Io sono di sinistra e provo repulsione per il consumismo”
    Frase 2:”Orribile comunista, ti do torto al 100% convertendomi velocemente ad una destra capitalista e liberista”.

    Tale è l’interpretazione che do.
    E’ incredibile come si possa perdere la ragione quando al lavoro non c’è molto da fare.

  5. carlo bocchio -

    Morte al tassinaro è ovvio!

  6. Solange -

    eccezionale.
    concordo con marco (piacere marco).

  7. Marco -

    @Solange: piacere solange anche se ci conosciamo da anni! Sono uno degli amici burinesi del sor uzz….

  8. Rosa -

    Complimenti per il tuo sito lo seguiro molto volentieri!anzi inzio da ora vado a leggermi la recensione ad avatar ^^

  9. Thomas Magnum -

    Bella Roma.

    Leggerti mi ha ricordato quest’altro haiku niente male al quale – purtroppo – ho partecipato solo come osservatore esterno.

    Stazione Tiburtina
    passante – guara che robba, i portafoji de gucci a venti euro, questi so rubbati…
    ambulante – fratè, gucci t’ii fa a ducento, chi è er ladro?

  10. Mauro -

    @ sCARlo-A-Bocchio
    E’ un onore averti qui e uccidere ansemble le tassineur.

    @Solange e Marco:
    Solange… Marco, Marco… Solange… scusate, sono un pessimo padrone di casa e non vi ho presentati per la trentaduesima volta 🙂

    @Rosa
    Benvenuta e grazie per il tifo!

  11. Mauro -

    @Thomas

    Spettacolo!

  12. Frankino -

    … ma una licenza da tassista quando costa oggi?
    li colcherei di botte tutti…
    🙂

  13. Mauro -

    Quando costa è DA PAURA. Ma io direi anche DOVE costa! 🙂
    Bottebottebottebotte!

  14. Solange -

    e scusate! che ne sapevo che era quel marco!
    comunque, bacetti a tutt’e due 🙂

  15. Leon -

    Se c’è una cosa che mi fa incazzare, è la gente che generalizza. “Tutti de sinistra”. Ma tutti chi? Ma quanti semo? Ma che c’hai l’amici invisibili?
    Tacci della gente che generalizza.
    Anzi, a me le genti che generalizzano me stanno tutte sul cazzo!

    Fico ‘sto blogghe! Auguri!

    Leon

  16. spino -

    Tranquillo…non è “il mestiere” che fa “il pensiero”… posso presentarti distintissime e coltissime persone di destra che ti direbbero la stessa cosa… 😐

  17. Mauro -

    @Leon
    Benvenuto su queste pagine, mettiti comodo, piscia pure sul divano tanto ci si siedono solo quelli che generalizzano 😉

    @
    Il tassista non è un mestiere. E’ un mondo, un pianeta. Il pianeta Taxi, tra la terra e marte.

  18. Scarlet -

    Léon, che nome cazzuto.

    Scusate, non riesco mai a trattenermi.

    il tassista vince bene, ho riso un quarto d’ora.

  19. mart -

    Allora il discorso mi sembra più complesso.

    Comprare pantaloni a 10 euro non fa di voi Che Guevara, nè anticapitalisti nè tantomeno, comunisti.

    Comprando un paio di pantaloni prodotti sfruttando manodopera cinese, state reificando il processo capitalistico. In quei 10 euro ci sono: i soldi per le materie prime, il costo del lavoro, il guadagno del capitale, le spese del trasporto (che a sua volta si dividono in costo del lavoro e guadagno per il capitale) e il guadagno per il commerciante (che a sua volta potrebbe dividersi in due).

    Ora, se immaginiamo che un biglietto del bus costa un euro e tutti sappiamo che un prezzo politico calmierato; immaginatevi il costo reale di un paio di jeans che arriva dalla Cina. Com’è possibile che costino solo 10 euro? Semplice, assistiamo allo sfruttamento sistematico del lavoro in ogni passaggio della sua produzione, distrubuzione, vendita.
    Noi comprando i jeans a 10 euro, diamo soldi a questo sistema di produzione capitalistica e gli permettiamo di accrescersi.

    Comprare jeans a 200 euro sarebbe più corretto se rispecchiasse i veri prezzi di produzione. Sfortunatamente comprare jeans a 200 euro è la stessa cosa se sono prodotti e distribuiti nel medesimo modo (come spesso avviene) e poi rietichettati. Solo che il senso di ingiustizia si moltiplica esponenzialmente.

    Questo lungo discorso per dire che Mauro e il Taxista, pari sono.

  20. Mauro -

    ‘spetta fammi capire:
    Tassista dice che è uno scandalo che la gente compri i vestiti a 3 euro.
    Mauro risponde che si meraviglia di più quando li comprano a 300.

    E fin qui, il discorso fila. Uno ha espresso la sua posizione, l’altro ha risposto con la propria.
    E qui non si sta parlando del pantalone né di come viene realizzato ma della scelta della gente. Per me non è strano che le persone comprino a 3 euro un pantalone, ci possono essere enne motivazioni per cui lo fanno che vanno dal “non sanno come arrivare a fine mese” al “preferiscono comprarne 100 a 3 euro piuttosto che uno a 300 quindi non si sta sindacando se sia giusto o sbagliato, etico o meno. Si sta parlando del fatto che sia strano o meno che le persone, quindi il consumatore finale, scelga di comprare un pantalone spendendo quella cifra.
    E la mia posizione è che è più “strana” la persona che sceglie di spendere 300 piuttosto che quella che ne spende 3.
    E’ una questione di pesi e misure che ognuno rapporta al suo vissuto e alle sue priorità (ad esempio io spendo 30 euro per un bluray quando, lo stesso film, l’ho già visto downloadandolo gratis).
    Il discorso diventa folle e privo di nesso logico quando, in base al mio reputare strano spendere 300 euro per un pantalone, il tassista tira fuori l’equazione: mortacci suoi, anche costui è di sinistra (come tutti gli altri, aggiunge… altri chi, poi?).
    Bizzarra conclusione quasi quanto la tua – eppure il disclaimer iniziale pensavo fosse chiaro! – quando scrivi “Comprare pantaloni a 10 euro non fa di voi Che Guevara, nè anticapitalisti nè tantomeno, comunisti.”
    Nessuno pensa di esserlo spendendo 10 euro per un pantalone, su questo mi sento di rassicurarti.
    Quindi diciamo che il e il tassista avremmo potuto restare pari… fino alla sua assurda conclusione finale.
    E’ un compromesso soddisfacente? 🙂

  21. Federico -

    “Pantalone”?
    “Downloadandolo”?!
    Massànti numi, le parole sono importanti!

    Anzi, come direbbe il diretto interessato ( http://www.atelierdesarts.com/maschere/pantalone.jpg ), ‘e paroe xe importanti!

  22. Mauro -

    Downloadandolo, uploadandolo, sediaddondolo.

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